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Rete per la Parità

Associazione di promozione sociale per la Parità uomo-donna secondo la Costituzione Italiana
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Comunicato stampa. Doppio cognome per figlie e figli

A 68 anni dalla Costituzione, a 41 anni alla riforma del diritto di famiglia, a 37 anni dalla presentazione della prima proposta di legge in Parlamento, a 10 anni dal monito della Corte costituzionale al Parlamento, a 2 anni dalla condanna dell’Italia da parte della Corte di Strasburgo, nell’udienza dell’otto novembre la Corte costituzionale, relatore il Giudice Giuliano Amato, con la propria decisione ha eliminato l’automatica attribuzione del solo cognome paterno alla prole nata nel matrimonio. anche in presenza di una diversa volontà di genitori.

“E’ una sentenza storica – dichiara Rosa Oliva, presidente della Rete per la Parità – e alla commozione di trovarmi di nuovo in quell’aula nella quale nel 1960 la Corte cancellò la norma del 1919 che impediva alle donne l’accesso alle principali carriere pubbliche e alla gioia per il risultato si aggiunge l’amarezza per il lento cammino verso la parità delle donne”. “Si tratta di un risultato immediato e importante, ma ancora parziale – aggiunge Rosa Oliva – bisognerà leggere le motivazioni della sentenza, ma è chiaro che deve essere approvata dal Senato quanto prima la proposta di legge della Camera, che giace da due anni presso la Commissione Giustizia. Chiederemo un incontro per sollecitarla, assolvendo per una volta ancora quel ruolo di cui l’associazione si è fatto carico dalla sua fondazione nel 2010, quando, all’interno di uno dei tre filoni di obiettivi, Mai più donne invisibili, abbiamo inserito la questione del doppio cognome”.

Aggiunge Susanna Schivo, autrice di Mai più madri invisibili, uno dei 29 contributi raccolti nel volume Cinquant’anni non sono bastati (curato da Anna Maria Isastia e Rosanna Oliva), che nel Comitato Scientifico della Rete per la Parità rappresenta l’Area 03 Distretto 30 di Zonta International (al quale apparteneva Maria Magnani Noya, prima sindaca di Torino, che presentò nel 1979 la prima proposta di legge in materia di attribuzione del cognome a figli e figlie rispettoso della parità tra i coniugi): “la Consulta ha accolto l’eccezione di illegittimità costituzionale sollevata nel ricorso presentato alla Corte d’Appello di Genova per il caso di una coppia di coniugi, da me patrocinata, che si è vista negare dall’Ufficiale di Stato civile la possibilità di attribuire al figlio, che oggi ha quattro anni, entrambi i cognomi dei genitori. Una vittoria nei diritti civili, che riguarda la donna e il suo ruolo paritario nella società, come ha dichiarato ieri la madre del piccolo”.

“Innanzi alla Corte, come componente del Collegio difensivo, ho avuto l’onore di rappresentare la Rete per la Parità – dichiara l’avvocata Antonella Anselmo – nell’ambito di un’iniziativa che abbiamo ritenuto necessaria per sostenere le ragioni delle tante coppie italiane che testimoniano quotidianamente il rispetto reciproco, l’eguaglianza nei rapporti familiari e la condivisione della responsabilità genitoriale verso i figli. La Rete per la Parità è capofila del gruppo di lavoro all’interno dell’Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile per l’Obiettivo 5 Parità di genere. Un obiettivo inserito nell’Agenda ONU 2030 per le ricadute positive sull’intera popolazione mondiale del riconoscimento dei diritti delle donne. E dunque continueremo, nelle opportune sedi, a denunciare le discriminazioni strutturali di genere e la violazione degli obblighi internazionali”.

9 novembre 2016

Contatti: 3386705939 segreteria.reteperlaparita.@gmail.com

PUBBLICAZIONI

E’ con grande piacere che annunciamo l’uscita dell’atteso volume Cinquant’anni non sono bastati. Le carriere delle donne a partire dalla sentenza n. 33/1960 della Corte costituzionale, a cura di Anna Maria Isastia e Rosa Oliva e del libro per bambine e bambini (da sei a nove anni) Cara Irene, ti scrivo. Un messaggio alle donne e agli uomini di domani  di Monica Marelli e Rosa Oliva,  che rielabora in chiave narrativa i temi sviluppati nel capitolo “La parità in gioco, lettera mia nipote”, contenuto all’interno del volume.

Entrambi editi da Scienza Express, possono essere acquistati su prenotazione in tutte le librerie o direttamente sul sito della casa editrice.

Il volume, che include una prefazione di Emma Bonino e l’intervista di Maurizio Molinari e Francesca Sforza a Rosa Oliva, presenta ventinove riflessioni  sulle carriere e sui destini delle donne italiane a partire dalla sentenza n. 33/1960 della Corte costituzionale, che segnò l’inizio delle modifiche legislative che hanno portato all’eliminazione delle discriminazioni contro le donne per l’accesso alle carriere pubbliche; con la sentenza si stabiliva una volta per tutte che “la diversità di sesso, in sé e per sé considerata, non può essere mai ragione di discriminazione legislativa”.

Il volume, nelle  sue tre parti – Come eravamo, Come siamo e Come saremo – guarda al presente, al passato e al futuro.

Un cammino lento e difficile, ancora incompleto, da far conoscere, a sei anni dalle celebrazioni dei cinquant’anni della sentenza, alle giovani generazioni, per impegnarle a loro volta.
La lettera alla nipote che idealmente apre il volume preannuncia il passaggio di testimone alle donne e agli uomini del futuro e contiene l’auspicio che le celebrazioni dei cento anni della sentenza possano essere l’occasione per constatare che nel 2060 la parità dei diritti e le pari opportunità siano una realtà compiuta.

Per i contenuti extra di Cinquant’anni non sono bastati è stato inoltre creato un blog – ancora in fase di costruzione – dedicato alla promozione e all’approfondimento dei temi sviluppati nel volume, accessibile all’indirizzo https://cinquantanninonsonobastati.wordpress.com/ o direttamente tramite lettura dal vostro smartphone, scaricando un’apposita app, del qr code apposto all’interno e sul retro del libro.

CONCORSI

Anche i nomi delle nostre strade e delle nostre piazze contribuiscono a creare la cultura di un popolo, definendone le figure storiche degne di memorabilità. Ma se tali figure illustri sono quasi sempre maschili, quali le conseguenze nella percezione delle persone?

E’ per questo motivo che Toponomastica Femminile con FNISM dà il via ad un nuovo bando del concorso nazionale Sulle vie della parità, IV edizione 2016-2017. 

In allegato il bando del concorso e il modulo di relazione del docente.

RIVISTE

E’ online il mensile di settembre 2016 di Noi Donne, consultabile al seguente link o abbonandosi alla newsletter della rivista. In primo piano l’editoriale di Tiziana Bartolini, Una rotta per la scuola, al quale consigliamo di abbinare la lettura della Lettera aperta alla Ministra Giannini di Maddalena Robustelli (Se Non Ora Quando), per una maggiore responsabilizzazione della scuola pubblica nell’educazione a relazione rispettose dell’eguaglianza tra i generi, in conformità le linee guida dettate dal MIUR.