Verso il nuovo CSM. Il Parlamento dovrà rispettare l’equilibrata presenza di uomini e donne

Il prossimo 13 dicembre il Parlamento sarà chiamato in seduta comune a eleggere i dieci componenti laici del nuovo Consiglio Superiore della Magistratura.

Per la prima volta l’elezione dovrebbe avvenire sulla base del criterio di “trasparenza nelle procedure di candidature” e “nel rispetto della parità di genere“, come sancito dalla legge n. 71 del 2022.

Nell’avviso pubblicato sui siti di Senato e Camera, per quanto riguarda la parità di genere, si prevede che deve appartenere al genere meno rappresentato il 40% dei candidati. Ove nel termine del 10 dicembre, fissato per la presentazione delle candidature, non risulti raggiunta la percentuale suddetta, sono previsti per tali candidature altri due termini: il 12 dicembre e da ultimo il 13 dicembre a cura dei Gruppi parlamentari, per assicurare la percentuale minima prevista per il sesso sottorappresentato.

Come associazione che si adopera fin dalla sua fondazione nel 2010 per il pieno riconoscimento della parità uomo – donna sancita dalla Costituzione, auspichiamo che tutti i Gruppi parlamentari (è necessaria la maggioranza dei 3/5 dei componenti l’assemblea) arrivino al voto previsto per lo stesso 13 dicembre mediante un percorso di valutazione in trasparenza delle candidature che saranno pubblicate quotidianamente sul sito della Camera, nel rispetto del criterio della parità di genere imposto anche dalle norme costituzionali, (artt. 3 e 51), da atti comunitari e dall’obiettivo 5 dell’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Purtroppo quanto avvenuto in questo primo avvio della Legislatura suscita preoccupazioni: nel nuovo Parlamento nel quale si è ridotta la presenza delle donne (si è passati alla Camera dei deputati dal 35,71% al 32,25% e al Senato dal 34,69% al 34,47%), la maggioranza non ha eletto nessuna donna nelle Presidenze delle Commissioni (quattordici presidenti uomini a fronte delle sei Presidenti donne nella diciottesima legislatura), e nel Senato sono state elette soltanto due donne a fronte delle tre della precedente legislatura.

La Rete per la Parità – dichiara Rosanna Oliva de Conciliis, presidente onoraria dell’associazione – nell’ambito dell’impegno per favorire il rispetto dei principi costituzionali, ha costantemente approfondito anche il tema della ridotta presenza di donne nel Consiglio Superiore della Magistratura e della necessità di norme elettorali di garanzia di genere nell’elezione dello stesso. La prima iniziativa è stata, nel lontano 2014, il Convegno L’equilibrio di genere nelle giunte e nei consigli di amministrazione”.

In questa delicata fase dell’avvio verso il primo CSM composto con le nuove regole – conclude Rosanna Oliva de Conciliis – proseguiremo nell’impegno per assicurare l’equilibrata presenza di donne e uomini nei luoghi decisionali, quale appunto il CSM.”.

La Rete per la Parità e il suo Comitato Scientifico si augurano che sia presentato un consistente numero di candidature di avvocate e di docenti universitarie in possesso dei requisiti e che il Parlamento assicuri tra i componenti laici l’equilibrata presenza di uomini e donne nel CSM, organo costituzionale garante dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura dagli altri poteri dello Stato.

Doppio cognome. Mai più denunce presentate dal solo padre. 8 novembre 2016 – 8 novembre 2022

A sei anni dalla prima sentenza 286/2016 e a otto mesi dalla seconda sentenza n. 131/2022 della Corte costituzionale , ancora non è stata approvata la Riforma organica del cognome necessaria per completare l’abolizione del patronimico.

La Rete Per la Parità ancora una volta denuncia, sulla base dell’esperienza e con la forza dell’azione finora intrapresa, la responsabilità del Legislatore per la mancata approvazione delle norme indicate dalla Corte costituzionale per completare la cancellazione dall’ordinamento di norme in contrasto con i principi fondamentali della tutela dell’identità e della parità tra i sessi.

Una lunga vicenda italiana iniziata il 1° gennaio 1948, con l’entrata in vigore della Costituzione, e non ancora conclusa. Una vicenda sottovalutata nonostante la Corte costituzionale, quasi sei anni fa, nella sentenza n. 286 dell’otto novembre 2016 abbia definito indifferibile la riforma organica del cognome. La Corte quest’anno è tornata a occuparsi della questione perché chiamata a decidere su altri due ricorsi e ha emesso una seconda sentenza, la n. 131 del 27 aprile 2022, pubblicata il primo giugno in Gazzetta ufficiale, in base alla quale risulta decaduto l’automatismo del solo cognome paterno ai figli e alle figlie.

Un ritardo che è anche un segnale di come sia ancora pieno di ostacoli il cammino verso la piena parità formale e sostanziale uomo/donna e la completa attuazione della Costituzione.

La Rete per la Parità continua a chiedere almeno una modifica al regolamento dell’anagrafe e stato civile per risolvere, in attesa della legge, alcuni dei problemi che devono affrontare gli uffici anagrafici.

È necessario, inoltre, che l’ANCI intanto provveda, anche per assicurare omogeneità in tutto il territorio, a far aggiornare le notizie pubblicate su tutti i siti dei comuni per informare in tempo utile i futuri genitori e formi adeguatamente il personale addetto.

In questi anni la Rete per la Parità, insieme con altre associazioni e con costituzionaliste e costituzionalisti, ha approfondito gli aspetti tecnico-giuridici e sociali della vicenda e proseguirà nell’impegno per far rispettare la Costituzione, anche per le tante coppie italiane che testimoniano quotidianamente il rispetto reciproco, l’eguaglianza nei rapporti familiari e la condivisione della responsabilità genitoriale verso le figlie e i figli.

A breve sarà organizzato un seminario “operativo” per individuare le nuove modalità per la presentazione delle denunce e la registrazione delle nascite e delle adozioni, informare sulla possibilità del doppio cognome ora previsto per legge e facilitare la scelta da parte dei genitori.

Il 27 aprile 2023 ricorrerà il primo anniversario della sentenza n. 131/2022, l’augurio è che per quella data il Legislatore abbia adempiuto al proprio compito.

Italia, 8 novembre 2022

Comunicato post convegno: Donne, sport e parità di genere. Sensibilizzare ed educare

Doppio cognome. Mai più denunce di nascita presentate dal solo padre

Con questo titolo venerdì 30 settembre 2022 è stato organizzato dalla Commissione pari opportunità e diritti civili del comune di Milano, in collaborazione con la Rete per la Parità, un convegno che ha messo in luce la complessità del problema su cui manca sufficiente informazione nella cittadinanza e nel personale coinvolto. Sullo sfondo l’obiettivo di evidenziare la condizione attuale delle donne a distanza di 60 anni dalla sentenza n. 33/1960 della Corte costituzionale, che eliminò le discriminazioni nelle principali carriere pubbliche.

All’interno di questo quadro la riforma del cognome è una lunga vicenda italiana iniziata il 1° gennaio 1948, con l’entrata in vigore della Costituzione, e non ancora conclusa. Una vicenda sottovalutata nonostante la Corte costituzionale, quasi sei anni fa, nella sentenza n. 286 dell’8 novembre 2016 abbia definito indifferibile la riforma organica del cognome. La Corte è tornata a occuparsi della questione perché chiamata a decidere su altri due ricorsi e ha emesso una seconda sentenza, la n. 131 del 27 aprile 2022, pubblicata il primo giugno in Gazzetta ufficiale, in base alla quale risulta decaduto l’automatismo del solo cognome paterno ai figli e alle figlie.

Un ritardo che è anche un segnale di come sia ancora pieno di ostacoli il cammino verso la piena parità formale e sostanziale uomo/donna e la completa attuazione della costituzione.
In questo quadro, richiamato nell’introduzione da Diana De Marchi, presidente della Commissione Pari opportunità del Comune di Milano e da Gaia Romani, assessora Servizi civici e generali (che ha portato anche i saluti del Sindaco), gli interventi successivi, pur nella condivisione sostanziale di Nomina sunt consequentia Rerum, si sono mossi sostanzialmente su due fronti.
Da un lato Donatella Martini, presidente di DonneinQuota, Marilisa D’Amico, costituzionalista e prorettrice dell’Università di Milano e Sandra Sarti, segretaria generale della Rete Per la Parità, hanno sottolineato, sulla base delle loro esperienze e con la forza della loro azione nei luoghi d’intervento, la responsabilità dei governi e dei parlamenti nei ritardi per la realizzazione di leggi per la democrazia paritaria e la necessità di promuovere nel paese informazione e cultura su iniziative che troppo spesso non vengono considerate importanti.

Dall’altro lato gli interventi dei referenti per Anusca e per la Prefettura di Milano, e del dirigente dell’Area Servizi al Cittadino del Comune di Milano hanno posto l’attenzione sui problemi che stanno già sorgendo e potranno continuare a sorgere negli uffici anagrafici e sulla necessità di adeguata informazione/formazione del personale.

Nell’attesa che parlamento e governo prendano posizione, i comuni possono fare tanto, come ha dimostrato l’intervento appassionato e documentato della sindaca di Termini Imerese, Maria Terranova, Vicepresidente Anci.
Sarà importante raccogliere i dati aggregati dei comuni italiani per avere un quadro completo delle scelte compiute dai neogenitori dopo il cambio normativo e per individuare cosa fare per ridurre le problematiche.

Rosanna Oliva de Conciliis, presidente onoraria della Rete per la Parità, ha ripreso in finale la dimensione propositiva di avanzamento sostenuta dalla Rete per la Parità, proprio perché è necessario validare le ragioni delle tante coppie italiane che testimoniano quotidianamente il rispetto reciproco, l’eguaglianza nei rapporti familiari e la condivisione della responsabilità genitoriale verso le figlie e i figli. In attesa della normativa indicata dalla Corte per completare la sentenza, è importante tirare le fila sullo stato dell’arte nelle anagrafi comunali e trovare insieme le modalità per facilitare l’immediata applicazione delle norme modificate.

Foto di Maria Rosa Del Buono

Non è rinviabile la tutela dell’identità e il rispetto dell’uguaglianza uomo-donna, garantiti dai principi fondamentali della Costituzione. La Rete per la Parità s’impegna a far affrontare in un prossimo seminario “operativo” le problematiche legate all’introduzione nelle pratiche riguardanti le registrazioni sia di nascita che di adozione di modifiche che rendano effettivo il doppio cognome per legge e più conosciuta e più agevolmente fruibile la scelta da parte dei genitori dell’attribuzione del cognome.

di Maria Rosa Del Buono per VitamineVaganti – Toponomastica femminile

Transizione ecologica: donne protagoniste

Sono previsti gli interventi delle coordinatrici del gruppo di lavoro 5, compreso quello della nostra Presidente onoraria Rosanna Oliva de Conciliis.

L’evento, organizzato dal gruppo di lavoro sul Goal 5 (Parità di genere) dell’ASviS in collaborazione con Lavazza e con il Muse, intende approfondire l’impatto che i cambiamenti climatici hanno sulle donne e, allo stesso tempo, il loro ruolo nella transizione ecologica. In particolare, si considereranno le opportunità legate a un maggiore protagonismo femminile, per favorire politiche mirate al rispetto dell’ambiente e alla sostenibilità.

Le donne e gli uomini stanno vivendo l’impatto del cambiamento climatico in modo diverso a causa delle disuguaglianze di genere e intergenerazionali peggiorate in tutto il mondo. A fronte di un ruolo centrale del lavoro delle donne in agricoltura, limitata è la loro possibilità di incidere sulle strategie di sviluppo delle imprese e delle comunità perché poche ricoprono ruoli di responsabilità; spesso non hanno la proprietà della terra e dei mezzi di produzione. Inoltre, hanno un difficile accesso al credito e alla formazione necessaria per utilizzare l’innovazione e la digitalizzazione.

Le donne possono essere protagoniste nell’adattamento alle mutate condizioni ambientali e nella mitigazione dell’impatto del cambiamento climatico, in quanto storicamente hanno sviluppato conoscenze e abilità relative alla raccolta e allo stoccaggio dell’acqua, alla conservazione e al razionamento del cibo e alla gestione delle risorse naturali.

Inoltre, nella logica di un percorso fattivo verso la transizione ecologica, e come molti studi mettono chiaramente in evidenza, quando ci sono più donne ai vertici delle istituzioni e delle imprese, risulta più forte l’orientamento alla sostenibilità e l’attenzione alla difesa dell’ambiente. Infine, non va sottovalutato il ruolo importante delle donne come educatrici per lo sviluppo di una più diffusa cultura della sostenibilità.

L’evento potrà essere seguito in diretta streaming su questa pagina, su asvis.it, sulla pagina Facebook dell’ASviS e sul canale YouTube ASviS.

“Mai più denunce di nascita presentate dal solo padre” Milano 30 settembre 2022

Si terrà venerdì 30 settembre 2022 alle ore 17, presso Palazzo Moriggia – Sala Conferenze, via Borgonuovo 23 – Milano, il Convegno Doppio cognome “Mai più denunce di nascita presentate dal solo padre – La sentenza della Corte costituzionale per la parità di genere” organizzato con la Commissione Pari Opportunità e Diritti Civili del Comune di Milano.

Elezioni politiche 25 settembre 2022 – La Rete per la Parità per un voto consapevole

Il 7 agosto scorso è stata inviata una lettera aperta, sottoscritta da Rete per la Parità, SconfiniAmo, DonneinQuota, Forum Internazionale delle Donne del Mediterraneo e FILDIS, ai partiti e ai movimenti italiani che ci chiedono il voto per le prossime elezioni del 25 settembre.

In questi giorni abbiamo esaminato i programmi delle due coalizioni e del terzo polo e abbiamo dovuto riscontrare l’assenza di vari punti da noi segnalati e, più in generale, un’attenzione all’ambiente e alla condizione delle donne non sempre soddisfacente.

Si tratta di due temi strettamente intrecciati: l’Agenda ONU 2030 per lo Sviluppo Sostenibile include tra i 17 obiettivi l’obiettivo parità di genere (n.5), e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – PNRR contempla tra le priorità principali la parità di genere, considerata obiettivo trasversale in tutte le missioni in cui si sviluppa.

L’Alleanza per lo Sviluppo sostenibile – ASviS, l’associazione di cui la Rete per la Parità fa parte dalla fondazione, aveva presentato già dal mese di agosto alle forze politiche dieci proposte per i programmi elettorali affinché lo sviluppo sostenibile venisse inserito nei loro programmi e diventasse un argomento centrale della campagna elettorale, assumendo pubblicamente l’impegno a operare per conseguire l’Agenda ONU 2030. In pratica, dando forza alle molte voci che si sono levate dalla società civile, non da ultimo la lettera aperta degli scienziati sul clima, si è chiesto ai partiti programmi e impegni orientati non solo al breve termine, ma a una visione dell’Italia in grado di affrontare le grandi sfide del futuro. In sintesi è necessario accelerare la transizione ecologica, attuare politiche coerenti nel rispetto della Costituzione, analizzare puntualmente gli scenari futuri, promuovere giustizia, trasparenza e responsabilità, integrare la sostenibilità nel funzionamento del parlamento, garantire maggiore equità tra i territori, ridurre le disuguaglianze di genere, territoriali e generazionali, assicurare a tutte e tutti i diritti di cittadinanza, tutelare la salute con un approccio integrato; promuovere la pace, la giustizia e il multilateralismo a livello globale.

A settembre è stata pubblicata una disamina dei programmi su questi punti. Vedi in

https://asvis.it/notizie-sull-alleanza/19-13495/asvis-sviluppo-sostenibile-e-programmi-dei-partiti-politici-a-confronto-

Da parte nostra abbiamo notato innanzitutto che nella maggior parte dei programmi è stato utilizzato un linguaggio declinato al maschile. Fanno eccezione il PD (per la sola parte che riguarda i diritti delle donne) e Alleanza Verdi e Sinistra, nel cui programma si rileva una certa cura nella declinazione di genere di cariche/funzioni.

Ecco quanto è stato pubblicato su Alley Oop – Il Sole 24 ore

La Rete per la Parità, associazione presieduta da Rosanna Oliva De Conciliis, ha realizzato una disanima dei programmi dei partiti in vista delle elezioni del 25 settembre in chiave di diritti.
E’ preoccupante che nella grande maggioranza dei programmi non sia stato considerato che il nuovo Parlamento e il Governo avranno il dovere di legiferare per completare le sentenze della Corte costituzionale in materia di diritti. Quella sul suicidio assistito e in generale sul tema del fine vita, la riforma del cognome e l’ergastolo ostativo. Temi divisivi ma non per questo da ignorare. Il Legislatore non può disattendere al proprio ruolo senza mettere in crisi la separazione dei poteri, cardine delle democrazie occidentali. La questione è stata considerata nel proprio saluto di commiato ddl Presidente della Corte costituzionale Giuliano Amato:
“…. No, la soluzione non è che ciascuno dei poteri profitti delle difficoltà per fare ciò che gli pare giusto e che tuttavia tocca all’altro. L’esercizio responsabile, e certo non timido, del proprio potere è un dovere istituzionale, ma con il rispetto del suo limite, che è parte non rinunciabile della rule of law, chiunque sia a non rispettarlo, l’esecutivo come il giudiziario. Tutti rispondiamo ai nostri cittadini”.
Vi ha accennato nella sua prima conferenza stampa anche Silvana Sciarra, la nuova presidente della Corte costituzionale, eletta il 20 settembre:

Disamina dei programmi da parte della Rete per la Parità
Fratelli d’Italia

Questione ambientale – Sulla tutela ambientale e sulla transizione ecologica, nulla più di generiche previsioni di interventi come la lotta alla siccità e all’inquinamento, all’erosione costiera con bonifica delle coste fondali, rafforzamento del trasporto pubblico e alla mobilità sostenibile. Evidenziata anche la volontà di realizzare gli obiettivi della transizione ambientale ed ecologica del PNRR salvaguardando il sistema produttivo colpito da anni di crisi, con particolare attenzione alle filiere industriali di difficile riconversione (ad esempio l’industria automobilistica) la necessità di giocare un ruolo attivo e propositivo nei prossimi mesi in Europa durante i negoziati del pacchetto Fit for 55 con l’obiettivo di difendere e tutelare gli interessi del sistema industriale produttivo nazionale. La tutela dell’ambiente è subordinata alla compatibilità degli interventi con l’attuale assetto industriale italiano e si trascura la necessità di stimolare il rapido mutamento di tale assetto con adeguati incentivi verso forme di produzioni ecologicamente più sostenibili.

Parità di genere – Al Capitolo intitolato “A difesa della libertà e dignità di ognuno” compaiono, tra gli altri interventi, il superamento del tetto di cristallo che ostacola l’affermazione della donna nel mondo del lavoro e l’impegno per il contrasto ad ogni forma di discriminazione (non meglio specificata) e alla promozione e sostegno di percorsi di emancipazione dagli stereotipi culturali. È una scelta culturale e politica significativa perché anche a fronte di richiami nei diversi capitoli del programma ad interventi che pure hanno significativa incidenza per la realizzazione della parità uomo/donna, tali interventi sono rubricati per la realizzazione di altri obiettivi. Tra questi la promozione di nidi aziendali, asili nido condominiali e familiari sul modello tedesco, i sostegni concreti alle famiglie con disabili a carico e incentivi alle aziende che assumono neomamme e favoriscono forme di conciliazione dei tempi caso lavoro. II rafforzamento del sistema dei congedi parentali e di maternità per i lavoratori dipendenti e autonomi, sono contemplati nel capitolo del programma intitolato “Sostegno alla natalità e alla famiglia”. Nel Capitolo intitolato “Sostenere la dignità del lavoro” si prevedono il contrasto al divario retributivo di genere, il potenziamento del Welfare aziendale, il sostegno al lavoro femminile e il superamento del gender pay gap attraverso misure che migliorino la trasparenza retributiva e l’istituzione di un’autorità garante. La questione della parità di genere si ritrova soltanto in un focus annesso al Capitolo intitolato “A difesa della libertà e della dignità di ognuno“ con l’indicazione degli obiettivi del contrasto al divario retributivo di genere e dell’abolizione della Pink tax quali strumenti per realizzare detta parità.

Violenza di genere – Nel capitolo intitolato “A difesa della libertà e della dignità di ognuno”, in premessa si assicura l’effettività dei diritti civili e sociali il rispetto delle libertà garantite dalla Costituzione e della dignità delle persone. Tra gli interventi vengono indicati:

– il contrasto a ogni forma di discriminazione, promozione e sostegno di percorsi di emancipazione dagli stereotipi culturali che vedono la donna in condizione di subalternità.– il contrasto a ogni discriminazione basata su scelte sessuali e sentimentali delle persone con mantenimento della legge sull’unione civile, ribadendo al contempo il divieto di adozioni omogenitoriali e la lotta ad ogni forma di maternità surrogata.

– l’aggiornamento della normativa in materia di violenza domestica e violenza di genere con applicazione autonoma del braccialetto elettronico indipendentemente da eventuali misure cautelari personali. Viene precisata la contrarietà alla proposta di legge sul fine vita, indicando come necessario intervenire fissando un perimetro legislativo chiaro che rispetti il dettato costituzionale secondo quanto ribadito dalla Corte costituzionale. Netta contrarietà all’approvazione di leggi quali disegno di legge Zan e alla diffusione dell’ideologia gender nella scuola.

PD

Questione ambientale – Lotta ai mutamenti climatici, investendo nell’energia pulita per contrastare il cambiamento climatico abbattendo le emissioni di CO2, per tagliare in maniera strutturale il prezzo delle bollette per famiglie e imprese e per creare nuovi posti di lavoro e infine per rafforzare la sicurezza nazionale, riducendo la dipendenza dall’importazione di fonti fossili dall’estero. Occorre concentrarsi sull’energia pulita e non inseguire il tema della costruzione di centrali nucleari. Si ritiene necessaria una riforma fiscale verde che promuova gli investimenti delle imprese e delle famiglie a difesa del pianeta e del clima e renda economicamente vantaggioso accelerare la transizione ambientale, attraverso la revisione e la stabilizzazione degli incentivi per la rigenerazione energetica e sismica degli edifici e l’estensione del piano “Transizione 4.0” agli investimenti green delle imprese. Prevedere una legge quadro sul clima e un piano nazionale di adattamento al cambiamento climatico al 2050, un piano nazionale per la costruzione di nuovi parchi rinnovabili che porterà alla creazione di 470mila “lavori verdi” in 10 anni, una legge sul consumo di suolo e interventi per la difesa dell’uso del suolo agricolo e un Piano nazionale per l’acqua, la siccità e il dissesto idrogeologico. Premialità fiscale per le imprese a elevato rating di sostenibilità. Rigassificatori necessari ma transitori.

Parità di genere – Si prevede un Piano straordinario per l’occupazione femminile, la stabilizzazione del Fondo per l’imprenditoria femminile e la piena attuazione della Parità salariale. L’obiettivo parità di genere è declinato con più voci: la tutela della salute a 360 gradi, anche nelle aree oggi trascurate, a partire dal supporto post-partum e dalla presa in carico delle malattie croniche e invalidanti femminili come endometriosi o vulvodinia e il pieno riconoscimento dei diritti sessuali e riproduttivi delle donne, garantendo l’applicazione della legge 194/1978 in ogni sua parte sull’intero territorio nazionale e rafforzando la rete di consultori. Estendere a tutti gli appalti pubblici la clausola di premialità per l’occupazione giovanile e femminile, prevedere la Parità salariale tra uomini e donne, promuovere lo smart working, anche ai fini di favorire le esigenze di conciliazione dei tempi di vita e lavoro. Promuovere un’agenda sui diritti civili, a partire dall’approvazione immediata di un nuovo DDL Zan, un matrimonio egualitario e l’estensione delle tutele antidiscriminatorie fondate su orientamento sessuale e identità di genere. Consentire l’accesso alla pensione a condizioni più favorevoli a chi ha svolto lavori gravosi o usuranti o lavori di cura in ambito familiare, anche rendendo strutturali APE sociale e Opzione donna. Approvare una legge sul fine vita, per permettere a tutte e tutti di decidere per sé. Dare attuazione anche nei partiti politici all’articolo 49 della Costituzione garantendo tutela del pluralismo, delle minoranze interne e della parità tra uomini e donne, regolarità e periodicità dei congressi e dei meccanismi di selezione interna, dedicando una quota delle risorse ad attività di studio ed elaborazione programmatica e a iniziative per favorire la partecipazione politica delle donne. Introduzione di una tassazione agevolata per il secondo percettore di reddito in famiglia, con l’obiettivo di aumentare l’offerta di lavoro e dare impulso all’occupazione femminile e favorire il ritorno nel mondo del lavoro, dopo il congedo di maternità obbligatorio.

Violenza di genere – Evitare l’affidamento dei figli ai genitori violenti e superando definitivamente ogni riferimento all’a-scientifica sindrome di alienazione parentale (PAS). Potenziamento delle reti e dei centri antiviolenza e una legge per una più compiuta attuazione della Convenzione di Istanbul.

Lega

Questione ambientale – Si trovano solo semplici proclami nelle diciannove pagine dedicate al tema dell’energia dove per tutte le tematiche sono elencate soluzioni di vario tipo, non particolarmente dettagliate. C’è un riferimento alle conseguenze che l’aumento delle fonti di energia reca al settore produttivo e alle famiglie.

Parità di genere – Il riferimento è alla famiglia tradizionale destinataria di misure a favore della maternità; sono considerate le nuove famiglie e quelle con numerosa prole, la bigenitorialità senza condizioni, il contrasto alle tematiche gender e alla maternità surrogata. Si prevedono norme fiscali di agevolazione (Flat tax familiare) e l’esenzione a vita dalla tassa sui redditi per le donne che hanno almeno 4 figli. Inoltre il computo di un’annualità figurativa e l’anticipo pensione per ogni figlio avuto, contributi statali per la nascita di un figlio e azzeramento o riduzione IVA su pannolini e latte in polvere. Per le aziende riconoscimento delle iniziative che includono strumenti di sinergia famiglia-lavoro. Difesa e promozione della cultura della vita e potenziamento dei consultori per promuovere la vita in attuazione dell’art. 2 della legge 194/78. No DDL Zan, no liberalizzazione cannabis, no fine vita, no maternità surrogata e no ideologia Gender. Nella sezione lavoro si prevedono politiche attive volte ad assicurare che le donne musulmane della “seconda generazione” ricevano l’istruzione necessaria per inserirsi nel tessuto sociale e culturale italiano a contrasto del divieto che gli uomini di quella cultura intimano alle loro donne. Si vuole l’integrazione della popolazione di origine immigrata e si intende agire per far cessare le discriminazioni di cui sono vittime le donne.

Il tema della parità viene sviluppato nell’ottica di consentire alle donne di poter essere madri e di mantenere il lavoro. Lo scopo è il contrasto alla denatalità e non alla realizzazione professionale della donna. Proposte: albo delle puericultrici per supportare le donne lavoratrici, congedi parentali di unica durata tra i genitori, aumento costruzione asili nido e proroga degli incentivi per aziende che assumono donne. Proposta di cofinanziamento statale per le donne che si iscrivono a corsi di laurea in materie STEM. Giornate di screening femminili, informazione televisiva sul controllo della fertilità femminile, no Tampon tax. Lotta agli stereotipi femminili.

Violenza di genere – L’obiettivo è zero femminicidi, con chiaro riferimento al Codice Rosso voluto dalla Ministra Bongiorno che prevede l’inasprimento delle pene.

M5S

Questione ambientale – Completamento della carta geologica per mappare il territorio e prevenire i dissesti idrogeologici. Stop a nuove trivellazioni e a nuovi inceneritori. Infrastrutture interconnesse e mobilità intermodale sicura, manutenzione ordinaria e straordinaria garantita, riduzione del gap infrastrutturale tra i territori. ‘Smart road’ e utilizzo agevolato dei mezzi ad alimentazione elettrica, a idrogeno e a combustibili alternativi originati da fonti rinnovabili. Riduzione delle emissioni dei gas climalteranti attraverso la riconversione del parco auto circolante. Economia rigenerativa per un sistema non più fondato solo sulla crescita ma anche sulla rigenerazione sociale, del territorio, dei consumi. Stop a tecnologie obsolete per i rifiuti. Realizzazione di impianti completamente compatibili con le richieste dell’Europa e non inquinanti, finalizzati a migliorare le prestazioni ambientali. Promozione del vuoto a rendere.

Parità di genere – Introdurre misure per un’effettiva parità salariale tra uomini e donne. Equiparazione dei tempi di congedo di paternità e maternità per una concreta parità nella gestione familiare e nella vita lavorativa. Proroga dell’Opzione donna per l’uscita anticipata dal lavoro e pensione anticipata per le mamme lavoratrici. Proroga dello sgravio contributivo al 100% per l’assunzione di donne disoccupate e rafforzamento del fondo per l’imprenditoria femminile. Sgravi per l’assunzione di donne in gravidanza. Matrimonio egualitario e legge contro l’omotransfobia. Educazione sessuale e affettiva nelle scuole.

Violenza di genere – Potenziamento delle misure di contrasto a ogni forma di violenza contro le donne attraverso la formazione degli operatori, l’obbligatorietà e l’implementazione dei braccialetti elettronici e percorsi di recupero per i soggetti maltrattanti. Riforma della disciplina degli affidi.

Forza Italia

Questione ambientale – Vengono affrontati i temi dell’energia, dell’ambiente e della siccità anche in considerazione del dissesto idrogeologico del Paese. Si tratta di una serie di enunciazioni teoriche senza l’individuazione puntuale delle modalità di attuazione.

Parità di genere e violenza di genere: non considerate.

Azione

Questione ambientale – Riduzione delle emissioni entro il 2030, non solo attraverso un piano energetico ad impatto zero, ma attraverso l’abbattimento delle emissioni nei trasporti e nell’edilizia. Apposite parti dedicate alla crisi idrica e all’economia circolare.

Parità di genere – Nel capitolo relativo al lavoro interessante il riferimento alle libere professioni, in considerazione della poca attenzione rivolta al tema dalla politica in generale e stante la grave crisi economica che le stesse attraversano. Riferimento alle linee guida europee per l’adozione di un Piano Nazionale per la parità di genere (in attuazione del PNRR) per raggiungere entro il 2026 l’aumento del 5% nella Gender Equality Index europea. Si prevede di proseguire con quanto previsto nella Strategia Nazionale per la parità di genere per promuovere la partecipazione delle donne nel mondo del lavoro e aumentare la parità di genere. Estendere la Certificazione della parità di genere, sostenere l’imprenditoria femminile, soprattutto in ambito innovativo, rendendo strutturale e potenziando il Fondo per l’Imprenditoria femminile, supportando le start up femminili attraverso attività di mentoring e assistenza tecnico-manageriale, potenziare il credito agevolato con incentivi fiscali per PMI che creano reti di servizi condivisi; supporto alle imprenditrici mamme, attuazione del Family Act per investire sul lavoro femminile e il sostegno alla natalità introducendo una serie di misure che riducano i costi per favorire il rientro a lavoro dopo la maternità e ridurre i costi sostenuti dalle imprese; incentivo post-maternità per le lavoratrici che rientrano al lavoro o iniziano un nuovo impiego dopo aver usufruito del congedo di maternità, sostegno alle imprese per le spese di sostituzione di maternità; incentivi per le spese finalizzate alla formazione delle donne nel periodo della maternità e per il rientro al lavoro dopo la maternità; incentivi per le spese finalizzate alla riqualificazione professionale (reskilling) delle donne; ampliamento della tipologia e della quota di servizi erogabili tramite welfare aziendale; riformare i congedi parentali e aumentare il congedo di paternità per aiutare una più equa distribuzione delle responsabilità nel nucleo familiare. Promozione del diritto al lavoro da remoto per i neogenitori.

Violenza di genere – Aumento del numero dei centri antiviolenza (CAV), rafforzamento del Reddito di Libertà per aumentare l’indipendenza delle donne ospitate nelle case rifugio; sessioni di orientamento lavorativo e assistenza alla candidatura all’interno dei CAV; percorsi di supporto psicologico, all’interno dei CAV, per i figli minori delle donne vittime di violenza, approvazione del pacchetto anti-violenza messo a punto dalle Ministre del Governo Draghi e fondato sul fermo immediato dell’indiziato per minacce, lesioni e stalking, la possibilità di una vigilanza dinamica della vittima con un uso rafforzato del braccialetto elettronico, la procedibilità d’ufficio (e quindi senza denuncia), ma anche un sostegno economico già in fase d’indagine per chi decide di sporgere querela.

Alleanza Verdi e Sinistra

Questione ambientale – Le proposte di intervento sono molteplici e riguardano i più svariati ambiti, dalla mobilità alla tutela del suolo e delle acque, e sono orientati anche nel senso di garantire la riconversione del sistema produttivo e sociale in modo ecosostenibile. Si prevedono interventi che modifichino la politica internazionale del paese con la creazione, come già realizzato negli Stati Uniti Regno Unito e Germania, di un ‘inviata /o speciale per il clima di alto livello e di un corpo diplomatico adeguato alla sfida climatica. Necessità di aggiornare e rendere pienamente operativo il piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici fermo al 2017. Riforma ambientale del fisco con abolizione dei sussidi ai fossili e una redistribuzione dell’importo di tali sussidi per la transizione come incentivo e supporto ai settori industriali e alle fasce sociali più esposte.

Parità di genere – Nel capitolo intitolato “L’Italia è Donna” si parte dall’analisi della situazione relativa alle disparità esistenti nei vari ambiti a danno delle donne nonché delle violenze di cui le stesse sono fatte oggetto e pervenire all’indicazione degli interventi da operare. Tra le varie misure si prevede anche la modifica della legge n. 54/2006 sull’affido condiviso affinché la violenza domestica non possa essere equiparata alla conflittualità e la rimodulazione dell’affido condiviso tenendo conto delle cause della separazione e ponendo al centro la serenità dei figli minorenni il cui sviluppo emotivo non può esistere nell’ambito di una bigenitorialità imposta e violenta.

Violenza di genere – Contro la violenza per motivi sessuali di orientamento di genere, contro l’ omolesbobitransfobia. Inoltre nel programma sono previsti interventi legislativi per il fine vita.

+Europa (Emma Bonino e Benedetto Della Vedova)

Questione ambientale – È indispensabile un salto di qualità delle politiche ambientali per modello di sviluppo sostenibile nel lungo periodo. I più urgenti obiettivi ambientali sono la riduzione delle emissioni-serra e la riduzione dell’inquinamento dell’aria. Decarbonizzazione con un apporto sempre maggiore di energie rinnovabili e l’uso del gas naturale. Elettrificazione dei consumi energetici, compresi quelli per il trasporto privato attraverso la diffusione dei veicoli elettrici e la riduzione delle emissioni nocive nei centri urbani. Potenziamento del trasporto pubblico urbano anche ferroviario, car sharing e bike sharing. Proseguire con le politiche per l’efficienza energetica degli edifici pubblici e privati e introdurre principi di fiscalità ambientale più rigidi con eliminazione dei sussidi pubblici alle fonti fossili d’energia. Ridurre il consumo di suolo tenendo conto che la cementificazione ha un grave impatto sull’ambiente, sul paesaggio e sulla produzione agricola.
Salvaguardia e corretta gestione della risorsa “acqua”, nel contesto di un cambiamento climatico che ne riduce la disponibilità. Ripristinare e tutelare le risorse biologiche, salvaguardia dei parchi naturali e delle altre zone protette e delle specie animali. Riduzione e progressiva eliminazione di tutti gli inquinanti immessi nell’ambiente e contrasto dei fenomeni di illegalità connessi alla produzione ed allo smaltimento delle sostanze inquinanti.

Parità di genere – Favorire l’iscrizione delle studentesse ai corsi STEM, unico regime di ammortizzatori sociali che riguardi tutti i lavoratori (dipendenti, autonomi, imprenditori). Eliminare le discriminazioni fiscali di genere, riducendo fino a 5 punti percentuali l’aliquota IRPEF sul reddito più basso della “famiglia fiscale”. Diritto all’aborto garantito da almeno una presenza minima di medici non obiettori di coscienza in tutti i presidi ospedalieri. Introduzione del matrimonio egualitario, estensione dell’adozione alle coppie, sposate o meno anche dello stesso sesso e alle persone single.
Riconoscimento alla nascita dei figli del partner per le coppie dello stesso sesso. Regolamentazione della cosiddetta “carriera alias” a livello nazionale nelle università e nelle pubbliche amministrazioni. Informazione in materia di salute sessuale e relazioni affettive nelle scuole. Regolamentazione del lavoro sessuale. Riformare la legge in materia di Procreazione Medicalmente Assistita e dare accesso ai percorsi di PMA alle donne single e coppie di donne. Riduzione al 4% dell’Iva sugli assorbenti ( Tampon tax) e istituzione di una Commissione nazionale indipendente sui diritti umani. Violenza di genere Contrasto ai crimini e ai discorsi d’odio basati su orientamento sessuale e identità di genere. Stop alle terapie riparative. Impegno Civico (DI MAIO TABACCI) Questione ambientale Necessità di salvare l’ambiente senza sacrificare l’economia. Il 37% delle risorse del NGEU obbligatoriamente impegnato su progetti relativi alla trasformazione green. Costruzione di un set di incentivi che spingano le attività di ricerca e investimento nella direzione giusta. Impegnare risorse finanziarie e umane nella ricerca di tecnologie nuove e migliori abbandonando la retorica dello stato imprenditore. Principio chi inquina paga. Chi contribuisce a ridurre l’inquinamento va premiato a prescindere da come lo fa. L’attuale sistema di tasse e sussidi viene considerato irrazionale e disordinato. Parità di genere L’occupazione femminile viene considerata bassa a causa della mancanza di strutture di welfare e “child penalty”. Gli asili aziendali frenati dalla ridotta dimensione media delle aziende italiane, specie nel Mezzogiorno. In attesa della crescita della dimensione delle aziende, incremento del numero degli asili nido (sia pubblici che privati) anche attraverso forme di decontribuzione e incentivo fiscale. Previsione di un incentivo fiscale, sotto forma di detrazione a favore del datore di lavoro o di deduzione dal reddito della lavoratrice, per stimolare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro.

Violenza di genere – La violenza contro le donne viene considerata una questione culturale che attraversa tutti gli strati sociali e che trova la propria radice nel permanere dello squilibrio di potere e nella visione asimmetrica esistente nei rapporti tra donne e uomini. Smontare gli stereotipi che non sono più tollerabili nella nostra epoca e per i nostri standard di nazione civile. All’idea di prevenzione viene accostare quello di empowerment femminile quale presa di coscienza che ciascuna donna deve acquisire nel credere nelle proprie capacità potenziandole rendendole spendibili socialmente. L’empowerment è l’accettazione del sé corporeo e di quello psichico senza lo sforzo di dover piacere a tutti i costi. La rappresentazione della donna in televisione e nei social networks ad oggi restituisce l’immagine di una donna oggetto e quindi soggetta a diritti di proprietà. Attraverso un diverso modo di rappresentarla e attraverso la crescita culturale conseguente si possono evitare fenomeni di emulazione.

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Segnaliamo questi altri approfondimenti

Come funziona il sistema elettorale https://www.altalex.com/documents/news/2022/09/20/elezioni-politiche-2022-come-funziona-sistema-elettorale-come-si-vota

I candidati e le pluricandidature per il nuovo parlamento: https://www.openpolis.it/esercizi/i-candidati-e-le-pluricandidature-per-il-nuovo-parlamento/

Sulle candidature: https://www.openpolis.it/esercizi/ancora-disparita-di-genere-nelle-liste-elettorali/?utm_source=Newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=governo-e-parlamento

Nucleare si, nucleare no: https://www.prontobolletta.it/news/nucleare-in-italia-elezioni/

Reddito di cittadinanza: si o no? https://www.pmi.it/economia/lavoro/390296/elezioni-reddito-di-cittadinanza-a-un-bivio-le-proposte-dei-partiti.html

Gioco d’azzardo e non solo: https://www.carteinregola.it/index.php/elezioni-2022-gioco-dazzardo-e-usura-programmi-a-confronto/

Istruzioni per il voto

Domenica 25 settembre dalle ore 7:00 alle 23:00 tutti gli aventi diritto con 18 anni di età voteranno sia per la Camera sia per il Senato

Per votare si avranno due schederosa per la Camera dei deputati e gialla per il Senato.

Si vota nello stesso modo per entrambe le schede.

Per votare è necessario tracciare una sola X

  • Sul nome del candidato al collegio uninominale: in questo caso il voto si estende anche alla lista che lo sostiene e se sostenuto da una coalizione, si estende proporzionalmente ai partiti che ne fanno parte;
  • Sul simbolo del partito scelto: in questo caso il voto si estende anche al candidato uninominale;
  • Sia sul simbolo del partito scelto, sia sul relativo candidato all’uninominale;
  • Sull’elenco dei candidati al plurinominale, ma non si può votare per uno solo di questi, perché le liste sono bloccate.

Non è valido il voto disgiunto (non si può mettere la X su un candidato e un’altra X su un partito che non sostiene quel candidato) e non si possono esprimere preferenze.

E’ tempo di elezioni…

Mancano solo dieci giorni al voto. L’attenzione è quasi del tutto concentrata sulle urne aperte domenica 25 settembre per l’elezione del nuovo Parlamento e per l’incarico che il Presidente della Repubblica conferirà per il nuovo Governo.

In realtà, nel frattempo, ci sono altre due importanti elezioni che riguardano un elettorato molto ristretto ma importanti anche queste per il futuro politico del nostro Paese.

Domenica 18 e lunedì 19 settembre inizia la complessa procedura per il rinnovo nel Consiglio Superiore della Magistratura. Per la componente “laica” bisognerà attendere qualche mese il voto del nuovo Parlamento. La Magistratura sceglierà la propria rappresentanza con le nuove regole previste nella riforma recentemente approvata. (link)

Il numero 2/2022 della rivista online GiudiceDonna è dedicato a un dibattito tra le 40 candidate sulla questione di genere e sulla sua rilevanza nel funzionamento dell’organo di autogoverno e, più in generale, nelle scelte di politica giudiziaria e nella organizzazione degli uffici.
Dopo anni di pressioni e dibattiti è stata prestata attenzione al problema della scarsa presenza delle donne nel CSM nonostante le magistrate rappresentino ormai circa il 53% dell’organico. Il risultato dimostrerà se le nuove disposizioni sono efficaci. Purtroppo non sono state ottenute le “norme di garanzia di risultato” richieste da tempo. Questa vicenda è emblematica per delle difficoltà che le donne ancora adesso incontrano per competere “alla pari”.

Il 20 settembre, poi, la Corte costituzionale, nella quale il Prof. Marco D’Alberti ha sostituito il Presidente uscente Prof. Giuliano Amato, eleggerà il/la Presidente della Corte. In quasi tutte le precedenti elezioni la scelta è caduto sul il/la Giudice più anziano per nomine. Questa volta ce ne sono ben tre: le Prof.sse Silvana Sciarra e Daria De Petris e il Prof. Nicolò Zanon. La questione è aperta.

Lorenza Carlassare: una custode della Costituzione, lascito delle madri e padri costituenti