16 marzo 2013: una svolta nella politica italiana sotto il segno delle donne

16 marzo 2013: una svolta nella politica italiana sotto il segno delle donne

Laura Boldrini eletta presidente della Camera dei Deputati

Piero Grasso apre il dscorso d’insediamento come Presidente del Senato nel ricordo di Teresa Mattei, recentemente scomparsa, la più giovane delle donne nell’Assemblea costituente, “per tutta la vita attiva per affermare i diritti delle donne, troppo spesso calpestati purtroppo anche nel nostro Paese”.

http://video.repubblica.it/politica/camera-laura-boldrini-presidente-il-discorso-integrale/122507/120992

Anno Domini 2013 Una donna cardinale?

Anno Domini 2013 Una donna cardinale?

Il link su Repubblica e La Stampa.

Se siete disponibili a farvi fotografare con la mitria, in previsione di una mostra fotografica, ma anche semplicemente per la foto di profilo su facebook, che sta coinvolgendo e piacendo a tante donne piccole e grandi inviate una mail a depietro.sarah@gmail.com.

Anno Domini 2013 Una donna cardinale?

Anno Domini 2013 Una donna cardinale?

Il link su Repubblica e La Stampa.

Se siete disponibili a farvi fotografare con la mitria, in previsione di una mostra fotografica, ma anche semplicemente per la foto di profilo su facebook, che sta coinvolgendo e piacendo a tante donne piccole e grandi inviate una mail a depietro.sarah@gmail.com.

8 marzo Laurea Honoris causa a Marisa Cinciari Rodano

8 marzo Laurea Honoris causa a Marisa Cinciari Rodano

(ANSA) – ROMA, 8 MAR – “la senatrice Rodano rappresenta un alto esempio di costante e coerente passione civile nel segno dei valori di liberta’ e giustizia sociale, che ne hanno dapprima guidato la convinta adesione alla resistenza contro la dittatura nazifascista e poi l’intenso impegno al servizio delle istituzioni nazionali ed europee”.

E’ quanto scrive il presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio al rettore dell’universita’ degli studi di Cassino, Ciro Attaianese in occasione della cerimonia di conferimento della laurea honoris causa in scienze della comunicazione alla senatrice Maria Lisa Cinciari Rodano.

“L’odierno riconoscimento dell’universita’ di cassino e del lazio meridionale – sostiene napolitano – sottolinea in modo significativo la continua e importante attivita’ da lei svolta, sul piano politico e su quello culturale, per la piena attuazione del principio costituzionale dell’uguaglianza e pari dignita’ di tutti i cittadini e dunque per la piena affermazione del ruolo civile e sociale della donna nel nostro paese e in tutto il mondo. in questo spirito, esprimo a Marisa Cinciari Rodano il mio vivo apprezzamento per il meritato conferimento accademico e le rivolgo un partecipe e affettuoso saluto”. (ANSA).

8 marzo Laurea Honoris causa a Marisa Cinciari Rodano

8 marzo Laurea Honoris causa a Marisa Cinciari Rodano

(ANSA) – ROMA, 8 MAR – “la senatrice Rodano rappresenta un alto esempio di costante e coerente passione civile nel segno dei valori di liberta’ e giustizia sociale, che ne hanno dapprima guidato la convinta adesione alla resistenza contro la dittatura nazifascista e poi l’intenso impegno al servizio delle istituzioni nazionali ed europee”.

E’ quanto scrive il presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio al rettore dell’universita’ degli studi di Cassino, Ciro Attaianese in occasione della cerimonia di conferimento della laurea honoris causa in scienze della comunicazione alla senatrice Maria Lisa Cinciari Rodano.

“L’odierno riconoscimento dell’universita’ di cassino e del lazio meridionale – sostiene napolitano – sottolinea in modo significativo la continua e importante attivita’ da lei svolta, sul piano politico e su quello culturale, per la piena attuazione del principio costituzionale dell’uguaglianza e pari dignita’ di tutti i cittadini e dunque per la piena affermazione del ruolo civile e sociale della donna nel nostro paese e in tutto il mondo. in questo spirito, esprimo a Marisa Cinciari Rodano il mio vivo apprezzamento per il meritato conferimento accademico e le rivolgo un partecipe e affettuoso saluto”. (ANSA).

Roma capitale, Cirinnà-Azuni in nuova giunta 50% donne

Un’ottima notizia, da far conoscere per chiudere degnamente questa intensa Giornata Internazionale della donna

(OMNIROMA) Roma, 05 MAR – «La commissione delle elette nelle scorse settimane aveva presentato due emendamenti al nuovo statuto che è in discussione presso la commissione Speciale Riforme Istituzionali Roma Capitale presieduta dall’on. Smedile e in Assemblea Capitolina. Le modifiche presentate, a firma Cirinná e Azuni, intendono ottenere una reale parità genere in Giunta senza la possibilità di escamotage o alchimie matematiche di alcun genere. Dopo molte resistenze e alcune settimane di confronto i due emendamenti sottoscritti successivamente anche dai consiglieri De Luca, Marroni, Masini e Quadrana sono stati recepiti. Pertanto il testo del nuovo Statuto prevede che la prossima Giunta di Roma sarà composta da una rappresentanza pari di uomini e donne».

Roma capitale, Cirinnà-Azuni in nuova giunta 50% donne

Un’ottima notizia, da far conoscere per chiudere degnamente questa intensa Giornata Internazionale della donna

(OMNIROMA) Roma, 05 MAR – «La commissione delle elette nelle scorse settimane aveva presentato due emendamenti al nuovo statuto che è in discussione presso la commissione Speciale Riforme Istituzionali Roma Capitale presieduta dall’on. Smedile e in Assemblea Capitolina. Le modifiche presentate, a firma Cirinná e Azuni, intendono ottenere una reale parità genere in Giunta senza la possibilità di escamotage o alchimie matematiche di alcun genere. Dopo molte resistenze e alcune settimane di confronto i due emendamenti sottoscritti successivamente anche dai consiglieri De Luca, Marroni, Masini e Quadrana sono stati recepiti. Pertanto il testo del nuovo Statuto prevede che la prossima Giunta di Roma sarà composta da una rappresentanza pari di uomini e donne».

Appello dopo le elezioni del febbraio 2013

L’Accordo di azione comune per la democrazia paritaria lancia un Comunicato appello dopo le elezioni del febbraio 2013

COMUNICATO/APPELLO

Le associazioni, reti e movimenti aderenti all’Accordo di azione comune per la democrazia paritaria si felicitano del fatto che, per la prima volta nella storia della Repubblica, oltre il venticinque per cento degli eletti nel nuovo parlamento siano donne, e tra esse, molte giovani: in dettaglio (salvo aggiornamenti dovuti alle opzioni) 86 elette al Senato (27,3%) e 179 alla Camera (28,4%).

Desta però preoccupazione che ciò avvenga in un quadro di grande incertezza politica dovuta alla mancanza di maggioranza al Senato della coalizione giunta prima alla Camera dei Deputati, col rischio di una breve durata della legislatura e che, perciò, le elette non siano poste in condizione di esercitare l’azione di rinnovamento di cui potrebbero essere protagoniste.

Le firmatarie dell’accordo chiedono che si tenga conto della accresciuta presenza femminile e che, perciò, vengano assegnati alle donne posti di responsabilità e di potere nelle Presidenze delle Assemblee, delle Commissioni e delle Giunte parlamentari e ritengono che, poiché si dovrà in ogni caso procedere alla elezione del Capo dello Stato, si possa avanzare la proposta di eleggere una donna alla Presidenza della Repubblica. Esse chiedono altresì che la metà dei ministri del Governo che comunque dovrà costituirsi siano donne.

Le firmatarie dell’accordo ritengono che la pressione esercitata dai movimenti delle donne che operano nella società civile, in particolare da quelle riunite nell’Accordo, abbia contribuito a convincere almeno alcune delle formazioni politiche scese in campo in questa competizione elettorale della necessità di mettere donne in lista per dimostrare che si voleva operare un rinnovamento del personale politico.

Tuttavia non si può ignorare la circostanza che, in gran parte, la accresciuta presenza delle donne in Parlamento sia (malgrado alcuni partiti siano ricorsi a primarie per la scelta dei candidati o alla loro designazione tramite il Web) più il risultato di un processo di cooptazione e di scelta compiuta dagli uomini, anche grazie alla legge elettorale vigente, che non a una vera elezione. Se ne trova conferma nel risultato, meno soddisfacente, ottenuto dalle donne nelle elezioni del Lazio, della Lombardia e del Molise: secondo i dati finora disponibili, il 18% nel Lazio, il 18,75% in Lombardia, due sole donne elette in Molise.

Gran parte delle elette provengono dai “listini” del Presidente: è dunque evidente che è urgente introdurre, in tutte le elezioni in cui si vota con preferenza, la doppia preferenza di genere.

Le firmatarie dell’Accordo chiedono che in ogni caso il nuovo Parlamento:

  • metta mano subito alla modifica della legge elettorale introducendo “regole elettorali women friendly” che, quali che sia il metodo elettorale adottato, prevedano norme di garanzia per la presenza delle donne nelle liste e per assicurare parità di opportunità per essere elette e che raccordi i rimborsi elettorali (sia pur adeguatamente ridotti) alla percentuale di donne elette;
  • una legge che regoli il sistema dei partiti secondo l’articolo 49 della Costituzione, prevedendo anche norme per la parità di genere negli organi politici, in particolare quelli incaricati della selezione delle candidature.
  • norme di trasparenza e di riduzione dei costi delle campagne elettorali.

Le firmatarie dell’accordo chiedono ai neoleletti Presidenti del Lazio, della Lombardia e del Molise di comporre giunte con il 50% di donne e di pronunciarsi per una modifica delle leggi elettorali regionali, che introducano la doppia preferenza di genere.

Roma – 1 marzo 2013

LE FIRMATARIE:

NOI RETE DONNE
AFFI – ASSOCIAZIONE FEDERATA FEMMINISTA INTERNAZIONALE
SE NON ORA QUANDO
AGI ( Ass. Giuriste Italiane – sez. romana)
AIDOS
ANDE
ASPETTARE STANCA
ASSOCIAZIONE ALMA CAPPIELLO
ASSOCIAZIONE BLOOMSBURY
ASSOCIAZIONE DONNE BANCA D’ITALIA
ASSOLEI
CENTRO ITALIANO FEMMINILE
COMMISSIONE DIRITTI E PARI OPPORTUNITÀ ASS.NE STAMPA ROMANA
CONSULTA DONNE DI COLLEFERRO
COORDINAMENTO ITALIANO LOBBY EUROPEA DELLE DONNE
COORDINAMENTO NAZIONALE DONNE ANPI
CORRENTE ROSA
CRASFORM Onlus
DOLS DONNE ONLINE
DONNE CHE SI SONO STESE SUI LIBRI E NON SUI LETTI DEI POTENTI
DONNE E INFORMAZIONE
DONNE IN QUOTA
DONNE IN RETE PER LA RIVOLUZIONE GENTILE
DONNE PER MILANO
DONNE ULTRAVIOLETTE
FIDAPA
FONDAZIONE ADKINS CHITI – Donne in musica
FONDAZIONE NILDE IOTTI
GIO (Osservatorio studi di genere, parità e pari opportunità)
GIULIA (Giornaliste Unite Libere Autonome)
IL CORPO DELLE DONNE
IL PAESE DELLE DONNE
INGENERE
LA META’ DI TUTTO
LE NOSTRE FIGLIE NON SONO IN VENDITA
LIBERA DONNA
LIBERE TUTTE – Firenze
LUCY E LE ALTRE
MOUDE (Movimento Lavoratrici dello spettacolo)
MOVIMENTO ITALIANO DONNE PER LA DEMOCRAZIA PARITARIA
NOID TELECOM
NOI DONNE
NOIDONNE 2005
PARIMERITO
PARI O DISPARE
PROFESSIONAL WOMEN’S ASSOCIATION
RETE ARMIDA
RETE PER LA PARITA’
SOLIDEA
TAVOLA DELLE DONNE sulla violenza e sicurezza città di Bologna
UDI
USCIAMO DAL SILENZIO
WOMEN IN THE CITY

Appello dopo le elezioni del febbraio 2013

L’Accordo di azione comune per la democrazia paritaria lancia un Comunicato appello dopo le elezioni del febbraio 2013

COMUNICATO/APPELLO

Le associazioni, reti e movimenti aderenti all’Accordo di azione comune per la democrazia paritaria si felicitano del fatto che, per la prima volta nella storia della Repubblica, oltre il venticinque per cento degli eletti nel nuovo parlamento siano donne, e tra esse, molte giovani: in dettaglio (salvo aggiornamenti dovuti alle opzioni) 86 elette al Senato (27,3%) e 179 alla Camera (28,4%).

Desta però preoccupazione che ciò avvenga in un quadro di grande incertezza politica dovuta alla mancanza di maggioranza al Senato della coalizione giunta prima alla Camera dei Deputati, col rischio di una breve durata della legislatura e che, perciò, le elette non siano poste in condizione di esercitare l’azione di rinnovamento di cui potrebbero essere protagoniste.

Le firmatarie dell’accordo chiedono che si tenga conto della accresciuta presenza femminile e che, perciò, vengano assegnati alle donne posti di responsabilità e di potere nelle Presidenze delle Assemblee, delle Commissioni e delle Giunte parlamentari e ritengono che, poiché si dovrà in ogni caso procedere alla elezione del Capo dello Stato, si possa avanzare la proposta di eleggere una donna alla Presidenza della Repubblica. Esse chiedono altresì che la metà dei ministri del Governo che comunque dovrà costituirsi siano donne.

Le firmatarie dell’accordo ritengono che la pressione esercitata dai movimenti delle donne che operano nella società civile, in particolare da quelle riunite nell’Accordo, abbia contribuito a convincere almeno alcune delle formazioni politiche scese in campo in questa competizione elettorale della necessità di mettere donne in lista per dimostrare che si voleva operare un rinnovamento del personale politico.

Tuttavia non si può ignorare la circostanza che, in gran parte, la accresciuta presenza delle donne in Parlamento sia (malgrado alcuni partiti siano ricorsi a primarie per la scelta dei candidati o alla loro designazione tramite il Web) più il risultato di un processo di cooptazione e di scelta compiuta dagli uomini, anche grazie alla legge elettorale vigente, che non a una vera elezione. Se ne trova conferma nel risultato, meno soddisfacente, ottenuto dalle donne nelle elezioni del Lazio, della Lombardia e del Molise: secondo i dati finora disponibili, il 18% nel Lazio, il 18,75% in Lombardia, due sole donne elette in Molise.

Gran parte delle elette provengono dai “listini” del Presidente: è dunque evidente che è urgente introdurre, in tutte le elezioni in cui si vota con preferenza, la doppia preferenza di genere.

Le firmatarie dell’Accordo chiedono che in ogni caso il nuovo Parlamento:

  • metta mano subito alla modifica della legge elettorale introducendo “regole elettorali women friendly” che, quali che sia il metodo elettorale adottato, prevedano norme di garanzia per la presenza delle donne nelle liste e per assicurare parità di opportunità per essere elette e che raccordi i rimborsi elettorali (sia pur adeguatamente ridotti) alla percentuale di donne elette;
  • una legge che regoli il sistema dei partiti secondo l’articolo 49 della Costituzione, prevedendo anche norme per la parità di genere negli organi politici, in particolare quelli incaricati della selezione delle candidature.
  • norme di trasparenza e di riduzione dei costi delle campagne elettorali.

Le firmatarie dell’accordo chiedono ai neoleletti Presidenti del Lazio, della Lombardia e del Molise di comporre giunte con il 50% di donne e di pronunciarsi per una modifica delle leggi elettorali regionali, che introducano la doppia preferenza di genere.

Roma – 1 marzo 2013

LE FIRMATARIE:

NOI RETE DONNE
AFFI – ASSOCIAZIONE FEDERATA FEMMINISTA INTERNAZIONALE
SE NON ORA QUANDO
AGI ( Ass. Giuriste Italiane – sez. romana)
AIDOS
ANDE
ASPETTARE STANCA
ASSOCIAZIONE ALMA CAPPIELLO
ASSOCIAZIONE BLOOMSBURY
ASSOCIAZIONE DONNE BANCA D’ITALIA
ASSOLEI
CENTRO ITALIANO FEMMINILE
COMMISSIONE DIRITTI E PARI OPPORTUNITÀ ASS.NE STAMPA ROMANA
CONSULTA DONNE DI COLLEFERRO
COORDINAMENTO ITALIANO LOBBY EUROPEA DELLE DONNE
COORDINAMENTO NAZIONALE DONNE ANPI
CORRENTE ROSA
CRASFORM Onlus
DOLS DONNE ONLINE
DONNE CHE SI SONO STESE SUI LIBRI E NON SUI LETTI DEI POTENTI
DONNE E INFORMAZIONE
DONNE IN QUOTA
DONNE IN RETE PER LA RIVOLUZIONE GENTILE
DONNE PER MILANO
DONNE ULTRAVIOLETTE
FIDAPA
FONDAZIONE ADKINS CHITI – Donne in musica
FONDAZIONE NILDE IOTTI
GIO (Osservatorio studi di genere, parità e pari opportunità)
GIULIA (Giornaliste Unite Libere Autonome)
IL CORPO DELLE DONNE
IL PAESE DELLE DONNE
INGENERE
LA META’ DI TUTTO
LE NOSTRE FIGLIE NON SONO IN VENDITA
LIBERA DONNA
LIBERE TUTTE – Firenze
LUCY E LE ALTRE
MOUDE (Movimento Lavoratrici dello spettacolo)
MOVIMENTO ITALIANO DONNE PER LA DEMOCRAZIA PARITARIA
NOID TELECOM
NOI DONNE
NOIDONNE 2005
PARIMERITO
PARI O DISPARE
PROFESSIONAL WOMEN’S ASSOCIATION
RETE ARMIDA
RETE PER LA PARITA’
SOLIDEA
TAVOLA DELLE DONNE sulla violenza e sicurezza città di Bologna
UDI
USCIAMO DAL SILENZIO
WOMEN IN THE CITY

In Francia due candidati, un uomo e una donna per ogni cantone

L’Assemblea nazionale ha adottato mercoledì la creazione del voto a maggioranza congiunta destinata ai servizi, con due candidati per ogni distretto, un uomo e una donna nel contesto di un disegno di legge sulle elezioni locali.


Le scrutin binominal adopté pour l’élection des conseillers départementaux.
L’Assemblée nationale a adopté mercredi soir la création du scrutin majoritaire paritaire pour les départements, avec deux candidats par canton, un homme et une femme, dans le cadre d’un projet de loi du gouvernement sur les élections locales.

Les députés PS, majoritaires, ont voté en faveur de ce nouveau dispositif, totalement inédit. En revanche, à gauche, les élus Europe Ecologie-Les Verts se sont abstenus et ceux de la Gauche démocrate et républicaine ont voté contre. A droite, UMP et UDI ont également voté contre.

Ce projet, défendu par le ministre de l’Intérieur Manuel Valls, avait été rejeté par le Sénat en janvier. Il s’y était aussi heurté à l’hostilité de la droite et du centre, mais aussi à l’abstention, sur tout ou partie du texte, du Front de gauche et des écologistes, qui auraient préféré un scrutin proportionnel, ainsi que des Radicaux de gauche.

Pour Manuel Valls, le vote des députés “marque une étape importante dans la rénovation de la démocratie locale. En adoptant le scrutin binominal, l’Assemblée nationale a fait le choix de la modernité, celui de la parité et de la proximité”.

Il a aussi souligné que “lors des débats, l’opposition n’est pas parvenue à proposer d’alternative crédible au projet du gouvernement” et “s’est opposée obstinément à l’extension de la parité dans les départements”.

Au nom de l’UMP, Guillaume Larrivé a affirmé que “ce scrutin va créer de la confusion et des situations d’inefficacité”. “Il crée aussi une situation cousue de fil blanc puisqu’il donne au gouvernement l’occasion de redessiner la carte cantonale avec des ciseaux dangereux pour la ruralité”.

“Je vous demande de surseoir à votre binôme pour que nous puissions trouver une solution alternative”, a lancé de son côté l’UDI François Sauvadet, estimant que le gouvernement n’avait pas mené “une véritable concertation” sur son projet.

Marc Dolez (Gauche démocrate et républicaine) a reproché à ce scrutin de ne pas comporter de proportionnelle, un argument repris par Paul Molac (EELV).

Les députés se sont ensuite attaqués à l’article 3 du projet de loi, qui prévoit la réduction de moitié du nombre de cantons, afin de garder le même nombre d’élus départementaux.

Source AFP