La conferenza stampa dell’8 novembre presso la Sala stampa della Camera dei Deputati si è aperta con la proiezione del video che documenta il rilascio pochi giorni fa, da parte del Comune di Genova,  della carta d’identità con il doppio cognome al bimbo di cinque anni i cui genitori, Marcello Galli e Manuela Magalhäes, avevano intrapreso alla sua nascita la lunga battaglia giudiziaria seguita dall’avvocata Susanna Schivo e, conclusa con la  vittoria davanti alla Corte Costituzionale.

Un anno dalla sentenza 286/2016 della Corte Costituzionale, un anno in più senza una riforma organica della materia, che consenta la piena attuazione dei principi di parità tra madre e padre e del diritto all’identità, affermati nella Costituzione e richiamati dalla Consulta un anno fa. A denunciare questo vuoto normativo sono ancora una volta le Associazioni: CNDI, InterClubZontaItalia e Rete per la Parità. Una conferenza stampa a Montecitorio per affrontare, con parlamentari e associazioni interessati, la necessità che il Parlamento approvi una legge attutiva della sentenza 286/2016, garantendo alla nascita del figlio o figlia l’automatico riconoscimento di entrambi i cognomi (salvo il rispetto di una diversa concorde volontà dei genitori)  e non solo l’aggiunta del cognome della madre quando  c’è il consenso anche del padre, come la Corte si è limitata a disporre come effetto immediato della dichiarazione di illegittimità costituzionale della norma in base alla quale in Italia  si impone il solo cognome del padre. Il tema è di primaria importanza rispetto alla necessità di riconoscere i diritti di identità, di parità e di cittadinanza, precisa la Presidente della Rete per le Parità, Rosanna Oliva de Conciliis.  L’avvocata che ha patrocinato i genitori di Genova Susanna Schivo, socia del Club Zonta Genova 2, mette in rilievo le criticità in assenza della legge attuativa. Manuela Magalhäes, la mamma che con il marito ha promosso il ricorso (e che in Italia si è vista privare del secondo cognome), sottolinea la necessità di riconoscere entrambe le famiglie di origine anche attraverso l’attribuzione del doppio cognome. Un passaggio fondamentale per Daniela Monaco, presidente del CNDI – Consiglio Nazionale delle Donne Italiane e socia dello Zonta Club Roma Parioli III, che ha presentato un pieghevole illustrativo sulle possibilità aperte dalla sentenza della Corte costituzionale,  che i Club Zonta distribuiranno sul territorio nazionale, nei Comuni e nei presidi sanitari, per far conoscere ai neo genitori la possibilità della scelta. Nadia Garis, Presidente dell’InterCluZontaItalia, riconosce all’iniziativa una valenza di strumento contro la violenza sulle donne perché mette in risalto il ruolo della donna nella famiglia e nella società. Un’iniziativa che riceve anche l’importante patrocinio dell’Anci.
 Più critica la statistica Linda Laura Sabbadini, che ritiene la sentenza della Corte Costituzionale incompleta perché, pur avendo sancito indiscutibilmente il diritto all’identità del figlio e all’uguaglianza dei genitori, ha lasciato ancora una volta al legislatore il compito di approvare una legge.  Se la Corte, sostiene Linda Laura  Sabbadini, dopo settanta anni dalla nascita della Carta, avesse finalmente non solo riconosciuto, ma applicato pienamente i principi costituzionali, ci sarebbero state minori ricadute negative per la mancanza di una legge attuativa, che comunque è necessaria anche solo per evitare in futuro il moltiplicarsi dei cognomi con il succedersi delle diverse generazioni (cosa che il testo varato nel 2014 dalla Camera non risolve).

E se da un lato le parlamentari intervenute, Roberta Agostini,  Adriana Galgano e Renata Bueno (anche Francesco Paolo Sisto ha esposto la sua posizione), si impegnano ad un ultimo tentativo per far approvare prima della fine della legislatura, con le necessarie modifiche, la legge ancora all’esame della Commissione Giustizia Senato, dall’altro la rappresentante Anci, Irma Melini, ha annunciato la presentazione del pieghevole informativo nelle Città italiane, ad incominciare da Matera con Adriana Poli Bortone e da Bari con Antonio Decaro, presidente anche dei Comuni italiani.

Tra il pubblico numerose socie Zonta venute da Genova e altre città.

Irma Melini, Ph.D.

segreteria.reteperlaparita@gmai.com

zontaparioli3@tin.it

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