Gabriella Anselmi: la pandemia rivela la fragilità di questo sistema

Un proverbio africano recita: “Quando muore un anziano è come se bruciasse una biblioteca”.  Si tratta di una grande e struggente verità, lontana dal contenuto del verbo rottamare che esprime violenza e volgarità.

Purtroppo nel mondo, in questi giorni, quante migliaia di biblioteche si sono perdute e si stanno perdendo?  Ma forse già  si erano perdute, eclissate nel silenzio delle cosiddette case di riposo, triste anticamera dell’eterno riposo.

Concordo con chi dice che: “La pandemia rivela la fragilità di questo sistema”. Vorrei aggiungere che la pandemia ha scoperchiato il vaso di Pandora di questo sistema. Il primo ad uscire è stato il PROFITTO che ha ricoperto il globo di una spessa coltre nera, ben visibile anche a chi si ostina a non volerla vedere.

Saremo in grado di invertire questa deriva? Di operare una rivoluzione di tipo copernicano dove il noi sostituisca l’io?

Penso che questo potrà essere possibile quando sarà riconosciuto in pieno il valore complessivo e particolare delle donne:  le loro capacità di accogliere, di creare, di dare, di intuire, di istruire, di studiare, di accudire, di ascoltare, di consolare, di eccellere in tutte le arti, mestieri, professioni. Non più ancelle, portatrici di acqua, ma protagoniste.

E’ anche urgente e necessario prendere atto che costituiscono la maggioranza di chi “lavora” nella Scuola e nella Sanità: due pilasti di una democrazia compiuta dove gli interessi pubblici non devono e non possono essere soverchiati, stritolati da quelli privati. Mi dispiace molto che nella Task force che affiancherà il governo italiano in questa terribile situazione, le donne siano circa il 23%. Comunque, per il bene di tutti, auguro buon lavoro, tenacia e coraggio alle  popolazioni del mondo che sono accomunati nella tragedia.

Gabriella Anselmi

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