Il treno delle riforme attende ancora il via.
Numero 2 aggiornato al 3 giugno

Le questioni di genere non possono essere trascurate. Il Convegno della Rete per la Parità si pone l’obiettivo di richiamare a una visione di genere le istituzioni: Presidenza della Repubblica, Governo, Parlamento, Partiti e Movimenti, alle prese con il difficile avvio delle riforme.
Se saremo ascoltate, la complessità del tema delle riforme se ne avvantaggerà, sarà il segnale che coloro cui il compito è affidato, quasi esclusivamente uomini, stanno agendo nell’interesse generale, desiderano davvero modificare le leggi per eliminare ostacoli all’attività pubblica e adottano decisioni non nell’ottica di interesse di singoli gruppi ma di tutte e tutti.

Tempo fa, nello scegliere la prima settimana di giugno per questo incontro eravamo consapevoli che sarebbe stato il momento giusto.

La fortuna ci ha anche aiutato, perché proprio alla fine di questa settimana, dopo un percorso di poco più di un mese dal 28 aprile, giorno del giuramento del Governo Letta, il cammino del treno delle riforme, che in un proprio post Aspettare stanca ha definito piuttosto un bus Stop & Go, dovrebbe arrivare ad una prima tappa: il Disegno di Legge del Governo, che fa seguito alla mozione bipartisan approvata dal parlamento. Non sono mancate le polemiche per una mozione che non fa cenno della riforma della legge elettorale e la mancata approvazione di quella proposta dal vicepresidente del Senato, il PD Giachetti, per il ritorno al Mattarellum.

Anche le preoccupazioni non mancano, innanzitutto perché, la riforma elettorale sembra oscurata e rinviata a un momento successivo, ma anche per il rischio che potrebbe correre tutto l’impianto democratico nell’ipotesi di una revisione della Costituzione che, con l’introduzione del presidenzialismo o semipresidenzialismo, dovrebbe comportare un riassetto drastico dell’intero sistema di equilibrio tra poteri.

Per la verità anche la cosiddetta “messa in sicurezza” dell’attuale legge elettorale preoccupava non poco.
L’inizio del cammino verso le riforme elettorali in questa legislatura potrebbe essere fissato al 16 aprile, prima ancora del Governo Letta, con le parole del Presidente della Corte costituzionale Gallo che ha ricordato che molti, troppi, sono stati gli inviti a legiferare rivolti alle Camere rimasti «finora inascoltati». Tra gli appelli indirizzati al Parlamento dalla Corte, Gallo ha ricordato anche quelli relativi ai pronunciamenti della Consulta che invitano ad «introdurre una normativa che abbia una maggiore considerazione del principio costituzionale di uguaglianza fra uomo e donne.”

Tra le cose raccomandate alle Camere e disattese, Gallo ha sottolineato inoltre che la Consulta «ha invano sollecitato il legislatore a riconsiderare gli aspetti problematici della legge elettorale”.
In relazione agli sviluppi che sta avendo di ora in ora la questione delle riforme all’attenzione del Governo e del Parlamento, vi mettiamo al corrente che nei giorni scorsi, quando sembrava che il Consiglio dei Ministri avrebbe insediato una commissione di esperti, tutti uomini, cui affidare il compito di proporre le riforme, l’Accordo di azione comune per la democrazia paritaria ha chiesto una commissione paritaria.

Inoltre, come direttivo della Rete per la Parità, ci siamo affrettate a segnalare al presidente del Consiglio, alla ministra per le Pari opportunità e al ministro per le Riforme nove nomi di esperte.

Ci fa piacere che anche la competenza e l’esperienza delle donne siano state prese in considerazione come meritano.
Come Rete per la Parità abbiamo chiesto anche la consultazione di associazioni e gruppi: servono modi innovativi di affrontare i problemi.

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