Afghanistan
Rete per la Parità prosegue nel difficile percorso di completamento del progetto in favore delle donne e delle famiglie afghane già presenti in Italia, sulla ricostruzione della cui vita è stato, purtroppo, steso un ulteriore velo, ponendo in un cono d’ombra le loro prioritarie ma immutate necessità di sostegno. Quanto accaduto in Afghanistan nell’agosto 2021 ha impegnato da subito la Rete per la Parità nel sostegno alle donne afghane e alle loro famiglie. Nello stesso mese ha fatto parte della delegazione di rappresentanti di oltre ottanta associazioni di donne e terzo settore, tra cui reti come Donne per la salvezza, Le Contemporanee, ASviS, Fuori Quota, Soroptimist International Italia Casa Internazionale delle Donne Roma, Associazione Orlando di Bologna, Differenza Donna, Pangea, Be Free che è stata ricevuta dal Sottosegretario Benedetto Della Vedova, a seguito della lettera aperta a lui inviata con la richiesta per l’attivazione di corridoi umanitari per accogliere rifugiati afghani in Italia.
Nel dicembre 2021, per favorire l’assistenza e l’accoglienza delle cittadine e dei cittadini afghani evacuati da Kabul, insieme a Le Contemporanee, al Consiglio Nazionale Donne Italiane e al Soroptimist International d’Italia, è stato sottoscritto al Viminale un protocollo d’intesa valido per i successivi sei mesi. L’atto è stato diramato dal Ministero dell’Interno alle Prefetture e dall’Anci ai Comuni italiani per favorire i contatti diretti a livello locale.
L’Associazione è stata poi contattata dalla giornalista sportiva Francesca Monzone, che da tempo si stava prodigando per far giungere in Italia un gruppo di cicliste Hazara e loro famiglie, rifugiate in Pakistan, per evitare che alla scadenza dei visti fossero costrette a rientrare in Afghanistan, dove la loro vita sarebbe stata in pericolo. La Rete per la Parità, affiancata dalla FCEI – Federazione Chiese Evangeliche Italiane, che ha accettato di essere capofila del progetto di accoglienza e si è impegnata a seguire le necessarie procedure ministeriali per l’ingresso nel nostro Paese, ha organizzato un piano di accoglienza con il coinvolgimento della Regione Abruzzo e del Comune de L’Aquila che si sono impegnati a ospitare il gruppo.
Per gli aspetti attuativi del progetto Rete per la Parità si è avvalsa delle Associazioni ad essa aderenti che, grazie alle proprie diramazioni territoriali e alle iniziative ad opera di alcune Università, hanno sostenuto le cicliste e le loro famiglie nel processo di integrazione e di inserimento sociale e culturale.