Report assemblea ordinaria 5 giugno 2013

(presso Camera dei Deputati, sala delle Colonne, Via Poli 19, ore 11.30-13.30)
Presenti: oltre al Direttivo al completo, la Presidente del Comitato scientifico, alcune rappresentanti di Associazioni e Università aderenti e singole socie.

Nel corso della riunione, come previsto dall’Ordine del giorno, l’assemblea, dopo aver approvato il verbale della precedente assemblea del 13 febbraio 2013, ha deliberato:

1. L’approvazione del bilancio consuntivo 2012 e del bilancio preventivo 2013

I bilanci sono stati predispostii utilizzando il prospetto a ONERI e PROVENTI delle Associazioni non profit, che tiene conto delle liberalità erogate da soci, sia dal punto di vista di anticipazioni economiche non richieste a rimborso, sia di ore lavoro offerte nonchè le liberalità anche da non soci per la vita associativa e la realizzazione delle varie iniziative. Questo criterio consente di fare emergere meglio l’effettiva consistenza dell’Associazione.
Quando l’iter per iscrivere la RxP all’Albo regionale delle Associazioni di Promozione sociale sarà stato completato sarà possibile iscriversi all’elenco delle Associazioni che possono richiedere il 5 per mille e si potranno detrarre le liberalità erogate a favore della RxP.

2. L’elezione del Direttivo
Il Direttivo è confermato, con i seguenti incarichi: Presidente Rosanna Oliva, Segretaria Serena Dinelli, Tesoriera Daniela Monaco, Consigliere Gigliola Corduas e Anna Maria Isastia e potrà chiamare a collaborare altre socie relativamente a specifici progetti e/o iniziative.

3. Il cambio sede, la cui richiesta era stata già avanzata nell’assemblea dello scorso anno
L’argomento Criteri per la nomina delle socie e soci onorari, dopo una breve discussione generale è rinviato.
Nella sua relazione Rosanna Oliva, Presidente dell’Associazione ha ringraziato le partecipanti, specie chi viene da altre città; Teresa Gualtieri, da Catanzaro; Giuliana Giusti- Univ. Venezia; Susanna Schivo Zonta club Genova;  Letizia Giello, da Modena; Marilisa D’Amico, Università di Milano; ha fatto presente con soddisfazione che una relatrice e un relatore al nostro convegno che seguirà oggi nel pomeriggio, Lorenza Carlassare e Stefano Ceccanti, sono stati appena nominati dal Presidente del Consiglio tra gli esperti e le esperte per le riforme. Nella Commissione governativa sono presenti dieci donne grazie alle forti pressioni esercitate da più parti, a partire dalle proteste dell’Accordo di Azione Comune per la Democrazia Paritaria in occasione della nomina di soli saggi uomini da parte del Presidente della Repubblica, rilanciate dall’Accordo quando circolavano soltanto nomi di uomini per la Commissione governativa per le riforme.

Ha, inoltre, riferito sulle varie iniziative in corso e ha comunicato a che la RxP è stata invitata a un incontro a fine giugno con la ministra Idem, che non potrà intervenire al Convegno sulla riforma elettorale.
Nella sua relazione Teresa Gualtieri, Presidente del Comitato Scientifico, premette che il C.S. intende lavorare utilizzando le due caratteristiche positive della Rete per la Parità: 1. La dimensione nazionale; 2. La compresenza di associazioni e università. Riferisce di due importanti iniziative portate avanti insieme alla Presidente della RxP: 1. Un progetto per azioni positive con l’Università degli Studi di Milano e CONFSAL, che poi ha trovato difficoltà per un taglio di fondi, e che sarà ripreso con altra formula. 2. Il Progetto “Donne nel Mediterraneo”, che è stato avviato insieme con Maria Paola Azzario del Forum donne del Mediterraneo e si avvarrà della collaborazione delle Università di Pavia e Ca’ Foscari.

Partendo dalle comunicazioni delle due presidenti e da interventi delle presenti, sono stati approfonditi i seguenti punti:

a. Nomine
Marilisa D’Amico (C.S.) propone che si predispongano curricula di donne competenti e effettivamente disponibili, e che non siano contro le donne. Questo è importante perché prossimamente ci saranno da fare parecchie nomine significative. Sul tema interviene anche Carla Mazzuca: propone di organizzare un incontro tra le socie della RxP con i “saggi”.

b. Contro l’abuso di posizione dominante
L’egemonia che ancora si evidenzia nelle scelte per le nomine è la manifestazione dell’abuso di posizione dominante di una oligarchia maschile che non ha alcuna intenzione di cedere in parte potere alle donne: come già denunciato dalla RxP col lavoro della socia Francesca Spadaro. Oliva riferisce di una possibile iniziativa giuridica con implicazioni anche internazionali, di cui si è discusso nell’ultima riunione del Comitato Scientifico. In quella sede Maria Paola Azzario (FORUM delle donne del Mediterraneo), ha fornito interessanti indicazioni. Sarebbe un’iniziativa perfettamente in linea con gli obiettivi della RxP. Va affidata dal Comitato scientifico ad un gruppo ristretto, in collaborazione col Direttivo.

c. Par condicio di genere
Con impegnative battaglie delle donne parlamentari in maniera bipartisan, sostenute dalle associazioni femminili, si è ottenuta l’estensione alla presenza delle donne della legge sulla par condicio nei media durante le campagne elettorali e nella comunicazione politica (articolo 3 della legge 215 del 2012), ma l’Agcom la ignora. La RxP, con la collaborazione della socia avvocata Anselmo, ha inviato una diffida all’Agcom per ottenere il rispetto della norma (è ancora un caso di abuso di posizione dominante). Sul tema è stata anche inviata una lettera dell’Accordo di azione comune per la democrazia paritaria alla RAI. Inoltre la senatrice Monica Cirinnà ha presentato un’interrogazione parlamentare, rivolta ai Ministri dello sviluppo economico e per le Pari Opportunità.

d. Ricorsi contro le giunte monosex o non equilibrate
Sono state ottenute decisioni favorevoli sui ricorsi della Rete per la Parità contro la Giunta monogenere del Comune di Cervaro contro la giunta di Colleferro. Siamo tempestivamente informate sui ricorsi presentati da ANDE Roma, importante quello riguardante la Giunta di Civitavecchia perché la decisione del TAR contiene una definizione formale di “presenza equilibrata” fissandola ad almeno il 40 %. D’Amico rileva che definizione analoga è stata adottata nelle decisioni sui ricorsi contro la Giunta regionale in Lombardia (TAR e Consiglio di Stato).
Per una strategia che riduca la necessità di ricorrere ex post, si delibera di mandare una lettera aperta alle nuove sindache e ai nuovi sindaci, inviata per conoscenza all’ANCI, avvertendoli che se non rispettano le disposizioni vigenti le associazioni, oltre ai ricorsi per l’applicazione della legge 125/2012 e delle altre normative, si chiederà alla Corte di Conti di valutare se sottoporli a giudizio per responsabilità contabile, in quanto il non rispetto delle norme inficia e mette a rischio l’attività della Giunta.

Azioni per il doppio cognome. Susanna Schivo sta seguendo personalmente un ricorso a Genova per il caso di un bambino che ha la doppia cittadinanza. Il tema del doppio cognome fu trattato nel convegno organizzato da Giuliana Giusti, presidente del CUG di Cà Foscari (C.S.). Ciò che occorrerebbe è in realtà una legge, ma il Parlamento non provvede. Addirittura il Senato nella scorsa Legislatura ha eliminato dal DDL sull’equiparazione della prole una disposizione approvata dalla Camera che impediva il cambio del cognome del figlio/figlia riconosciuto solo successivamente dal padre.

Comunicazione La presidente informa che allo scopo servirà anche il nuovo sito www.reteperlaparita.it. ora sul web grazie alla collaborazione gratuita che è riuscita ad ottenere.
Si potranno inviare commenti e, inserendo la propria mail potranno essere ricevuti gli aggiornamenti.
www.reteperlaparita.it.
segreteria.reteperlaparita@gmail.com

Indispensabile una Ministra per le Pari Opportunità

“Lo spacchettamento delle deleghe della Ministra dimissionaria Josefa Idem non può essere una soluzione definitiva.” Lo afferma la Rete per la Parità che come altre associazioni aveva chiesto con una formale lettera (in https://www.reteperlaparita.it/dimissioni-idem-la-rete-per-la-parita-chiede-la-nomina-di-una-nuova-ministra-alle-pari-opportunita/) al Presidente del Consiglio la nomina di una nuova Ministra.

Non si comprende come mai il Governo abbia scelto solo per le Pari Opportunità, materia tipicamente trasversale ad ogni argomento, di attribuire la delega ad un vice ministro che non partecipa, se non invitata e senza diritto al voto, al Consiglio dei Ministri, mentre vi partecipano a pieno titolo i due Ministri delegati alle politiche giovanili e allo sport.

Formalmente il vero delegato sarebbe il Ministro del lavoro? Torniamo alla situazione Fornero, o, peggio, a prima della Conferenza di Pechino del 1995?

Il grave inconveniente non può quindi essere superato immaginando uno specifico invito di volta in volta alla Vice Ministra, e spetta al Presidente del Consiglio trovare la soluzione definitiva e completa ai problemi aperti dalle dimissioni di Idem, che non possono ritenersi risolti solo attraverso il mantenimento degli equilibri esistenti tra le forze politiche che compongono il Governo.

Roma, 27 giugno 2013

La Rete per la Parità chiede la nomina di una nuova ministra alle Pari Opportunità

La Rete per la Parità, preoccupata per l’annuncio che le deleghe della ministra dimissionaria potrebbero essere ridistribuite all’interno dell’attuale compagine governativa, chiede, se questa fosse la soluzione temporanea dettata dall’urgenza, che si individui almeno anche una sottosegretaria con la delega alle Pari Opportunità.

La Rete per la Parità, che riunisce associazioni nazionali e Università, ritiene comunque utile, o, meglio, necessaria, la nomina di una nuova ministra, e chiede che la scelta rimanga estranea a vecchie logiche spartitorie e sia sostenuta anche dalla consultazione di associazioni e gruppi impegnati su queste tematiche.

Servono modi innovativi di affrontare i problemi – prosegue la lettera aperta inviata al Presidente del Consiglio e diffusa sul WEB – e quelli con cui deve confrontarsi la Ministra per le Pari Opportunità riguardano trasversalmente tutte le priorità nell’agenda di Governo. Dall’occupazione giovanile, o, meglio, delle donne e dei giovani, all’impoverimento del Paese, alla violenza contro le donne, alle riforme istituzionali, a partire da una legge elettorale che la Rete per la Parità ha chiesto si collochi in una prospettiva di democrazia paritaria.

La lettera conclude segnalando i nomi di donne impegnate su queste tematiche, a partire dalle due parlamentari Valeria Fedeli e Monica Cirinnà, e poi Linda Laura Sabbadini, Daniela Carlà, Chiara Saraceno e Marilisa D’Amico.

Rosanna Petillo
Giornalista – fotografa
cell. 338.7002506

RP Communication
media relation e comunicazione
www.rpcommunication.itinfo@rpcommunication.it


Leggi la lettera aperta al Presidente del Consiglio – On.le Enrico Letta


5 Giugno 2013: Convegno “Per una legge elettorale paritaria”

Per una legge elettorale paritaria. Le proposte delle associazioni delle donne a confronto con donne e uomini del mondo accademico.

Mercoledì 5 giugno 2013- ore: 15-19

Roma, Sala delle Colonne- Camera dei deputati, Via Poli 19

Introduce: Rosanna Oliva, Presidente della Rete per la Parità
Modera:Tiziana Bartolini, Direttora di Noi Donne

Relazioni di:

Lorenza Carlassare, Università di Padova
Roberto D’Alimonte, Università LUISS Roma
Marilisa D’Amico, Università degli Studi di Milano
Stefano Ceccanti, Sapienza – Università di Roma
Agnese Canevari, Aspettare stanca – Comitato scientifico della Rete per la Parità

Interventi delle Associazioni delle donne:

Rita Capponi Movimento Italiano Donne per la Democrazia paritaria

Daniela Carlà, Accordo di Azione comune per la democrazia paritaria

Carla Mazzuca, presentatrice della prima proposta di legge sul collegio binominale

Vittoria Tola, UDI, Associazione promotrice della proposta di legge d’iniziativa popolare sul 50E50

Dibattito

Conclusioni di: Teresa Gualtieri, Presidente del Comitato Scientifico della Rete per la Parità

Ufficio stampa: Rosangela Petillo 338.7002506 – rosangelapetillo@hotmail.com

Si prega inviare mail di conferma entro il 3 giugno a segreteria.reteperlaparita@gmail.com

Per entrare in sala è necessario un documento d’identità e per gli uomini la giacca



SNOQ, sarà nuova vita

di Vanna Palumbo

“Gli ideali politici dei popoli oppressi possono essere soltanto la libertà’ e la giustizia; la loro forma organizzativa può essere soltanto democratica”. Leggere queste righe di Hannah Arendt, scritte durante l’esilio parigino, prima del suo soggiorno in America, parole che rimandano alla genesi del pensiero politico della scrittrice ebraica, suggerisce una chiave interpretativa valida per la lettura dei fatti, anche dell’oggi. Dunque, ad esempio, del grande tema della condizione della donna in Italia e nel mondo, orizzonte, quest’ultimo, cui fare riferimento per una migliore comprensione del processo di ripresa di protagonismo del movimento delle donne. Processo che, qui da noi, ha visto un’insperata quanto necessaria rivitalizzazione con la corale reazione salita dal Paese alla definitiva presa d’atto della mortificazione della persona-donna dilagata in misura via via crescente, oltre ogni sopportabile limite, negli ultimi 20 anni, sotto l’egemonia ‘culturale’ del centrodestra italiano e del suo capopopolo Berlusconi.
Parliamo di quella fiammata di indignazione che va sotto il nome di Se non ora, quando?<!Era il 13 febbraio del 2011 quando ad un appello di mobilitazione lanciato da un nutrito gruppo di donne impegnate nella cultura, nel sindacato, nell’associazionismo di genere e nella politica giunse una risposta tanto grande, forte, diffusa, da appuntare quella data come l’inizio di un nuovo cammino delle donne italiane.

Una avvertita sensibilità ha da allora pervaso i luoghi della politica, delle decisioni, delle scelte. Con pochi risultati ascrivibili ad una nuova agenda women oriented e, ancor più, ad un assetto più democratico della nostra ‘cosa pubblica’. Ma con l’innegabile merito, anche grazie al cambio di governo, di aver quantomeno rimesso in asse quel piano inclinato lungo cui continuavano a scivolare il ruolo e l’immagine femminile in un inarrestabile declino della dignità pubblica e privata delle donne. Un degrado percepito e risultato indigeribile anche a molte delle sostenitrici ed elettrici del tycoon e, nondimeno, a molte delle stesse esponenti del suo partito.
Non ha mai avuto vita facile Snoq con il suo Comitato promotore, lievitato via via – mediante cooptazione – fino al pletorico numero di 40 ed oltre.

All’entusiasmo incontenibile della prima e della seconda ora, dal lancio dell’appello alla fase euforica del postmanifestazione di piazza del Popolo a Roma, alla conseguente proliferazione di bandierine di Snoq disseminate sull’intero stivale con la nascita di Comitati territoriali, era seguita, nel breve giro di mesi, un’insistente domanda di più netta definizione identitaria e, accanto ad essa, la richiesta di una continuità d’azione politica cui l’embrionale movimento nel suo complesso e, nello specifico, il suo ‘vertice’ – raccolto perlopiù intorno a poche singole personalità del mondo culturale – non erano pronti a fornire.

Ma il treno del nuovo femminismo era oramai lanciato sul binario ad alta velocità e, sospinto da una corrente divenuta impetuosa, prometteva di non arrestarsi se non dinanzi ad una apprezzabile inversione di quella tendenza alla marginalità, all’irrilevanza, quando non alla mercificazione del corpo delle donne e delle donne stesse, troppo spesso salite all’onore della cronaca come merce di ‘scambio’ e di ‘premiazione’ della fedeltà politica, al pari delle tangenti o dei benefits aziendali.

Il bilancio dei due anni del movimento, o rete di Snoq, mostra luci ed ombre. Un faro si è acceso soprattutto sull’aspetto eminentemente culturale e di mentalità delle donne stesse che, seppur non ancora di massa, ha toccato molti degli ambiti dell’attività delle donne. Con un primo dato assolutamente positivo e per niente disprezzabile sul piano della rappresentanza politica – affermatosi su un terreno già dissodato da anni di impegno di altre associazioni – dell’irruzione della doppia preferenza di genere per le elezioni amministrative che, sebbene al di sotto delle aspettative, ha comunque registrato molte più donne che in passato nei Consigli regionali, comunali e circoscrizionali.

Ma è sul piano dell’accresciuta consapevolezza di quella che si configura come una ‘segregazione’ nella vita sociale e lavorativa, o nell’esclusione dall’effettiva rappresentanza politica, istituzionale, dei corpi sociali intermedi che il nuovo corso italiano ha fatto centro. Indagini specifiche, ricerche, studi e comparazioni con altri paesi sono entrati, anche grazie ad un’informazione più attenta (la femminilizzazione del lavoro nelle redazioni e nel sistema dei media e della comunicazione è dato acquisito da tempo) si sono affiancate alle normali rilevazioni statistiche evidenziando ad una platea sempre più ampia di donne e di uomini quel ritardo storico e quel gender gap la cui gravità ed anomalia erano rimaste fin lì relegate ad organizzazioni, associazioni o gruppi che di questa stortura del sistema democratico e della sua denuncia avevano fatto la loro ragion d’essere.

Ecco, Snoq ha come sdoganato un dibattito rimasto suo malgrado asfittico e fatto affiorarequella coscienza rimasta fin li silente in tante donne estranee ai movimenti esistenti. Tutto merito di Snoq? No di certo! Le donne, giovani e meno giovani, mobilitatesi il 13 febbraio nelle città come nella provincia italiane erano pronte, e in buona misura già presenti in un movimento diffuso, come in attesa di un segnale! E da allora allora hanno proseguito a gremire, con una propria caratterizzazione, le piazze, i palazzetti dello sport, i convegni, le assemblee rivendicando i loro diritti e indicendo proprie iniziative pubbliche, costruendo loro ‘piattaforme’ e, in definitiva, imponendo una nuova, diversa, lettura dei fatti del Paese.

È stata conseguenza non eludibile, percio’, che all’Assemblea nazionale del 1° e 2 giugno scorso i Comitati territoriali di Snoq ascendessero al governo del movimento. Favoriti, in ciò, dal saggio sostegno di una parte consistente del Comitato promotore, nel frattempo logoratosi in diatribe interne definite, da entrambe le parti in conflitto, “non piu’ sanabili”

E tornano le parole della Arendt: la forma organizzativa – insistentemente al centro della vivida discussione dei primi di giugno – di un popolo ‘oppresso’, qual è quello delle donne, non può che essere democratica. Faticosamente ed inesorabilmente democratica.

Quanto agli ideali di libertà e giustizia, il confronto rimane aperto. E sarà tema appassionante, c’è da crederci, dell’Assemblea generale di fine settembre e del Coordinamento dei Comitati territoriali o tematici -fra i quali ricomprendere i due tronconi nei quali il comitato promotore oggi si riconosce, quello di Snoq Libere e il neonato Snoq Factory- convocato per metà luglio.

Dopo gli stop and go della fase ‘adolescenziale’ e il bagno democratico che ha generato la pur perfettibile forma organizzativa, Snoq non ha alternative: deve imboccare la strada di una nuova cultura politica, deve costruire una visione ed una credibilità nuove, generare alleanze, definire nuovi percorsi di azione ed iniziativa pubblica. Lo deve alle donne. A tutte le donne.

Gender and Science: the persistent patterns!

Abbiamo il piacere di invitare le nostre lettrici al seminario “Gender and Science: the persistent patterns!” che si terrà il 3 luglio p.v. alle ore 15.00 presso il “Salotto” Biblioteca Vilfredo Pareto, piano terra dell’edificio B, dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata – Via Columbia 2 – 00133 Roma

In allegato la locandina dell’evento.

Per motivi organizzativi si prega di dare conferma all’indirizzo master.procurement@uniroma2.it

Segreteria Master in Procurement Management

Dip. Studi di Impresa Governo Filosofia

Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”

Via Columbia, 2

00133 Roma

Tel: +39 06 72595430

Fax +39 06 72595804

Donne e agricoltura: un invito da un’associazione della Rete per la Parità

Giovedì 20 Giugno, ore 18:00
Casa internazionale delle Donne, via della Lungara, 19 Roma

Incontro di riflessione su TERRA-LETTURA-ECONOMIA a Roma Capitale e nel Lazio. Temi apparentemente distanti ma che associati possono generare nuovi significati, o rivelare strutture soggiacenti in comune. E’ possibile una nuova visione della realtà che possa creativamente stimolare e far coesistere dinamicamente nuovi sistemi economici? Il tema della terra, come pianeta e come ‘suolo’, è rilevante ai fini della tutela di fertilità, produttività, accesso al cibo, salute, paesaggio, ambiente, biosfera.

La cura del suolo (agli albori della civiltà assegnata alle donne mentre gli uomini andavano a caccia) implica capacità di seminare, osservazione della natura e dedizione ai fini di raccogliere frutti. Ancora oggi il lavoro femminile nelle campagne è molto presente, con nuove aziende di donne che emergono. La parola coltura condivide la sua radice originaria con cultura nel senso di dissodare, avere cura, far crescere. E’ un processo che la lettura, intesa come ricerca attiva, può stimolare.

La biblioteca è il luogo ideale perché si sviluppi una crescita. Come nel progetto Biblioteche di Roma Capitale, è importante ricondurla al suo ruolo di luogo di produzione di humus per la comunità.

Scarica il programma dell’evento

Assemblea + Evento Pari o Dispare

Assemblea + Evento Pari o Dispare, lunedì 17 giugno: ordine del giorno

Carissime e carissimi,

Lunedì 17 giugno, a Roma, presso la Domus Talenti, via delle Quattro Fontane 113, a partire dalle ore 15.00, sarà una giornata speciale e impegnativa per tutte le amiche e gli amici di Pari o Dispare.

Un doppio appuntamento a cui siete tutte/i invitate/i a partecipare:

Dalle ore 15.00 alle ore 17.00 la consueta ASSEMBLEA GENERALE di Pari o Dispare, per discutere delle prospettive dell’associazione, informarvi di alcuni dati e note doverose anche da Statuto, ascoltare le vostre opinioni.

Questo l’ordine del giorno dell’Assemblea:

1) Presentazione delle attività di Pari o Dispare per l’anno in corso a cura della Presidente Cristina Molinari

2) Riflessioni sulle prospettive di crescita di Pari o Dispare a cura della Segretaria Valeria Manieri

3) Bilancio consuntivo e preventivo a cura della Tesoriera Serena Romano

4) Illustrazione dell’ agenda programmatica di Pari o Dispare per l’anno 2013 da presentare alle Istituzioni, a cura di Agnese Canevari e Serena Romano

Dibattito aperto alle socie e ai soci

Dalle ore ore 17.00 in poi, un evento importante dal titolo: “Donne, Potere, Rappresentazione”. A discutere di questi temi Emma Bonino, Josefa Idem, Valeria Fedeli, Linda Laura Sabbadini, Anna Paola Concia, Paola Tavella, Cristina Molinari.

A seguire, sarà possibile poi partecipare alla mostra allestita da Pari o Dispare, con gli scatti fotografici a cura di Sarah De Pietro alle donne del mondo della cultura e dello spettacolo che hanno partecipato alla campagna “Cardinale o Quirinale?” per l’elezione di una donna a Presidente della Repubblica. Interverrà a presentazione del progetto la fotografa Sarah De Pietro e l’artista Piera Degli Esposti.

Vi preghiamo di comunicare la vostra presenza a entrambi gli appuntamenti alla mail: segretariapod@gmail.com o al numero 342 17 62 202

Grazie e a lunedì!

Staff Pari o Dispare

Lettera aperta ai Neo-eletti Sindache e Sindaci

Neo-elette Sindache, neo-eletti Sindaci,

ci rivolgiamo a Voi, all’indomani del risultato elettorale conseguito, perché uno dei primissimi compiti che Vi spetta è la nomina degli Assessori che comporranno le Giunte dei Comuni che dovrete amministrare.

Riteniamo, infatti, doveroso ricordarVi che tra i criteri che orienteranno le Vostre scelte ve n’è uno ineludibile: il rispetto della parità di genere.

Il principio non è consacrato soltanto a livello sovranazionale (in particolare dalla Carta di Nizza, ora dotata di valore giuridico, che impone la parità tra i sessi “in tutti i campi”) e dalla nostra Costituzione (precisamente dall’art. 51, che garantisce e promuove condizioni di uguaglianza nell’accesso a tutti gli “uffici pubblici”); un vincolo deriva, infatti, anche dalla legge, rivolta specificamente alle amministrazioni locali.

L’art. 6 Tuel già stabiliva che gli statuti dei Comuni dovessero introdurre norme per “promuovere” la presenza di entrambi i sessi nelle Giunte, negli organi collegiali, enti, aziende ed istituzioni da essi dipendenti.

Oggi la portata vincolante di questa previsione è stata però resa ancor più inequivocabile grazie alla novella introdotta dalla legge n. 215 del 2012 (recante disposizioni per promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei consigli e nelle giunte degli enti locali e nei consigli regionali. Disposizioni in materia di pari opportunità nella composizione delle commissioni di concorso nelle pubbliche amministrazioni).

Per effetto di questo intervento normativo quello che prima era un obiettivo da “promuovere” è diventato ora un risultato da “garantire”.

A conferma del fatto che si tratta di un obbligo immediatamente operante, al quale le neo-elette Sindache e i neo-eletti Sindaci devono attenersi sin da subito, l’art. 46 Tuel espressamente afferma che “Il sindaco e il presidente della provincia nominano, nel rispetto del principio di pari opportunità tra donne e uomini, garantendo la presenza di entrambi i sessi, i componenti della giunta”.

Vi ricordiamo che già nella vigenza della precedente formulazione normativa l’assenza o la scarsa presenza di donne nelle Giunte degli enti locali (così come negli Esecutivi delle Regioni) è stata censurata dalle autorità giudiziarie, adite da cittadini e associazioni per veder rispettato il principio della parità.

A maggior ragione, dunque, i Giudici non esiterebbero oggi ad annullare i decreti di nomina delle Giunte in via di formazione qualora queste fossero ‘affette da squilibrio di genere’. Essi riscontrerebbero, infatti, la diretta violazione delle disposizioni contenute nella legge n. 215 del 2012, disposizioni che, peraltro, sono state già interpretate nel senso che non potrebbe di certo soddisfare il vincolo da esse posto la mera presenza di un rappresentante per ogni genere. Il presupposto su cui si basa questo intervento normativo è, infatti, che gli organi decisionali sono in grado di guadagnare in termini di funzionalità ed efficienza quando donne e uomini siano in essi congruamente rappresentati.

Per queste ragioni Vi invitiamo a formare Giunte composte in modo paritario, nelle quali non solo sia garantito l’equilibrio tra i generi, ma siano altresì assegnati, senza discriminazioni, gli assessorati di rilevante peso politico.

Diversamente, non ci asterremo dal far valere il rispetto della parità tra i generi dinanzi alle autorità giudiziarie competenti, impugnando gli atti di nomina delle Giunte per violazione di legge.

Ci auguriamo di non dover procedere a ricorsi, in quanto questa volta potrebbero essere accompagnati anche da azioni per accertare eventuali responsabilità per atti consapevolmente compiuti in violazione di legge, dai quali potrebbero derivare gravi conseguenze non solo economiche a danno della collettività.

In tal senso ha deliberato l’Assemblea della nostra Associazione, tenutasi lo scorso 5 giugno.

E’ gradita l’occasione per inviare i nostri più cordiali auguri di buon lavoro.

Roma, 13 giugno 2013

La Presidente
Rosanna Oliva

Il treno delle riforme attende ancora il via – parte 2

Il treno delle riforme attende ancora il via.
Numero 2 aggiornato al 3 giugno

Le questioni di genere non possono essere trascurate. Il Convegno della Rete per la Parità si pone l’obiettivo di richiamare a una visione di genere le istituzioni: Presidenza della Repubblica, Governo, Parlamento, Partiti e Movimenti, alle prese con il difficile avvio delle riforme.
Se saremo ascoltate, la complessità del tema delle riforme se ne avvantaggerà, sarà il segnale che coloro cui il compito è affidato, quasi esclusivamente uomini, stanno agendo nell’interesse generale, desiderano davvero modificare le leggi per eliminare ostacoli all’attività pubblica e adottano decisioni non nell’ottica di interesse di singoli gruppi ma di tutte e tutti.

Tempo fa, nello scegliere la prima settimana di giugno per questo incontro eravamo consapevoli che sarebbe stato il momento giusto.

La fortuna ci ha anche aiutato, perché proprio alla fine di questa settimana, dopo un percorso di poco più di un mese dal 28 aprile, giorno del giuramento del Governo Letta, il cammino del treno delle riforme, che in un proprio post Aspettare stanca ha definito piuttosto un bus Stop & Go, dovrebbe arrivare ad una prima tappa: il Disegno di Legge del Governo, che fa seguito alla mozione bipartisan approvata dal parlamento. Non sono mancate le polemiche per una mozione che non fa cenno della riforma della legge elettorale e la mancata approvazione di quella proposta dal vicepresidente del Senato, il PD Giachetti, per il ritorno al Mattarellum.

Anche le preoccupazioni non mancano, innanzitutto perché, la riforma elettorale sembra oscurata e rinviata a un momento successivo, ma anche per il rischio che potrebbe correre tutto l’impianto democratico nell’ipotesi di una revisione della Costituzione che, con l’introduzione del presidenzialismo o semipresidenzialismo, dovrebbe comportare un riassetto drastico dell’intero sistema di equilibrio tra poteri.

Per la verità anche la cosiddetta “messa in sicurezza” dell’attuale legge elettorale preoccupava non poco.
L’inizio del cammino verso le riforme elettorali in questa legislatura potrebbe essere fissato al 16 aprile, prima ancora del Governo Letta, con le parole del Presidente della Corte costituzionale Gallo che ha ricordato che molti, troppi, sono stati gli inviti a legiferare rivolti alle Camere rimasti «finora inascoltati». Tra gli appelli indirizzati al Parlamento dalla Corte, Gallo ha ricordato anche quelli relativi ai pronunciamenti della Consulta che invitano ad «introdurre una normativa che abbia una maggiore considerazione del principio costituzionale di uguaglianza fra uomo e donne.”

Tra le cose raccomandate alle Camere e disattese, Gallo ha sottolineato inoltre che la Consulta «ha invano sollecitato il legislatore a riconsiderare gli aspetti problematici della legge elettorale”.
In relazione agli sviluppi che sta avendo di ora in ora la questione delle riforme all’attenzione del Governo e del Parlamento, vi mettiamo al corrente che nei giorni scorsi, quando sembrava che il Consiglio dei Ministri avrebbe insediato una commissione di esperti, tutti uomini, cui affidare il compito di proporre le riforme, l’Accordo di azione comune per la democrazia paritaria ha chiesto una commissione paritaria.

Inoltre, come direttivo della Rete per la Parità, ci siamo affrettate a segnalare al presidente del Consiglio, alla ministra per le Pari opportunità e al ministro per le Riforme nove nomi di esperte.

Ci fa piacere che anche la competenza e l’esperienza delle donne siano state prese in considerazione come meritano.
Come Rete per la Parità abbiamo chiesto anche la consultazione di associazioni e gruppi: servono modi innovativi di affrontare i problemi.