Giornata Internazionale contro la violenza maschile sulle donne – 25 Novembre 2021

Due giornate intense ma la mobilitazione prosegue.

24 novembre 2021 – “Con le donne afghane contro ogni violenza nel mondo” – Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, con la partecipazione di #NoPeaceWithoutJustice. Leggi qui
L’evento è stato trasmesso in live streaming sul sito del Corriere della Sera (www.Corriere.it ) e su quello di Radio Radicale (www.radioradicale.it ).
Emma Bonino Maria Edera Spadoni Lia Quartapelle Valeria Manieri Fondazione Pangea Onlus Save the Children Action Network Inclusione Donna Rete per la Parità Casa Internazionale delle Donne Rosanna Oliva de Conciliis Virginia Desirée Zucconi Soroptimist International d’Italia ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile NOVE Onlus, caring humans. UCID Laura Boldrini Roberta Pinotti e tantissime altre.
Un ringraziamento speciale alle giovanissime:
Shaharzad Akbar, Chair of the Afghan Independent Human Rights Commission; Fawzia Koofi, Member Afghan delegation in inter-Afghan Talks e a tutte le Rappresentanti della Delegazione di donne afgane presenti in sala. #lecontemporanee #mediacivico #Afghanistan

24 Novembre 2021 – “Donne uccise dagli uomini: i numeri di una strage. Dove sbagliamo?” – Promosso dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere. Leggi qui
Il convegno è stato aperto dagli interventi del Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, e della senatrice Valeria Valente, Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio.
La prima sessione del convegno è stata dedicata al “reato di femminicidio nella prospettiva europea”, moderata dalla senatrice Maria Rizzotti, VicePresidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio. Sono intervenuti: Rik Daems, Presidente dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa; Elena Bonetti, Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia; Helena Dalli, Commissaria europea per l’Uguaglianza (con un videomessaggio).
La seconda sessione è stata dedicata all’inchiesta sui femminicidi in Italia e alla presentazione della Relazione sulla risposta giudiziaria ai femminicidi in Italia negli anni 2017-2018, moderata dalla senatrice Cinzia Leone, VicePresidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio. Hanno presentato la Relazione: i magistrati Paola Di Nicola Travaglini e Fabio Roia; Linda Laura Sabbadini, Direttrice Centrale ISTAT. Sono intervenute: Marta Cartabia, Ministra della Giustizia, e Luciana Lamorgese, Ministra dell’Interno.

25 Novembre – “No alla violenza. Il grido delle donne” – L’Aula del Senato ha ospitato l’evento voluto dalla Presidente Casellati in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne. Leggi qui
Su Rai1 in diretta a cura di Rai Parlamento.
Insieme nell’Aula di Palazzo Madama le Senatrici di tutti i gruppi, personaggi della cultura e dello spettacolo e rappresentanti delle associazioni impegnate nel contrasto alla violenza sulle donne.
Dopo l’Inno d’Italia eseguito dalla Women orchestra, la conduttrice, Barbara De Rossi, ha presentato momenti di riflessione affidati ad alcune Senatrici, all’attrice Claudia Gerini e alla cantautrice Grazia Di Michele, e ha intervistato Orietta Casolin, che in bicicletta sta percorrendo l’Italia da Portogruaro per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle vittime di femminicidio.

Contro la violenza sulle donne anche dopo il 25 Novembre:

Il #25novembre è passato ma la Violenza sulle donne continua. Per questo #donnexdiritti non smette di occuparsi della violenza domestica occultata nei tribunali civili, ma continuerà ad approfondire con l’inchiesta #crimininvisibili fino alle porte dell’8 marzo con interviste, articoli, dirette e le voci di quelle donne che questa storia la vivono sulla loro pelle. Su Rainews.it CAMPAGNA CONTRO LA VIOLENZA MASCHILE SULLE DONNE Leggi qui

Rete per la Parità contro la violenza sulle donne

Nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne non possiamo limitarci ad affrontare la situazione delle donne italiane, anche se drammatica, e ignorare le tragedie che coinvolgono tante altre donne negli altri paesi e anche in Italia.
Il nostro pensiero va innanzitutto alle donne afgane che, in patria o fuggite, si trovano ad affrontare situazioni drammatiche. E pensiamo alle giovani donne costrette a matrimoni precoci o uccise perché, cresciute in Italia, non accettano di essere vittime del perpetuarsi di antiche pratiche di sopraffazione. Né possiamo dimenticare lo sfruttamento e la riduzione in stato di schiavitù di donne e minori portati nel nostro Paese da trafficanti di esseri umani. Eppure, in Italia manca ancora da tre anni il Piano antitratta.

Abbiamo invece, finalmente, il Piano strategico antiviolenza 2021-2023, che, sia pure con ritardo, è stato pubblicato il 19 novembre.
http://www.pariopportunita.gov.it/wp-content/uploads/2021/11/PIANO-2021-2023.pdf

In Italia quest’anno sono stati finora 103 i femminicidi, secondo i dati del Viminale aggiornati al 14 novembre. Uno ogni tre giorni. Di queste, 87 vittime sono state uccise in famiglia. Sessanta di loro hanno trovato la morte per mano di un partner. E dal 15 novembre si sono aggiunte altre donne vittime in famiglia, in due casi coinvolti anche i figli.

Il Piano Antiviolenza è basato su quattro assi: la prevenzione, la protezione e il sostegno delle vittime, la punizione dei colpevoli e l’assistenza e promozione.
Le ministre Elena Bonetti (Pari Opportunità e la Famiglia), Mara Carfagna (per il Sud e la coesione territoriale) e Maria Stella Gelmini (per gli Affari regionali e le autonomie) sono insieme in un percorso da costruire, in modo bipartisan, con le Regioni e con tutti gli attori istituzionali.

Non basta di fronte a un fenomeno allarmante, la cui crescita dimostra che non ancora si è raggiunto un sufficiente contrasto che copra i vari aspetti interessati. È l’intero Governo a doversi attivare, dalla Presidenza del Consiglio a vari altri dicasteri, tra cui anche il Ministero della salute. (https://www.salute.gov.it/portale/donna/dettaglioContenutiDonna.jsp?id=4498&area=Salute%20donna&menu=societa).

E soprattutto i Ministeri dell’Interno e della Giustizia, competenti a vario titolo in settori che hanno notevoli ricadute nel contrasto alla violenza.

Un esempio tra gli altri: come Rete per la Parità abbiamo avuto occasione durante la pandemia di occuparci del controllo attraverso il braccialetto elettronico nei casi di violenze domestiche. Riteniamo che per proteggere le donne che hanno denunciato violenze debba essere previsto sempre l’uso del braccialetto elettronico nei casi di arresti domiciliari e in quelli di divieti di avvicinamento. Per essere davvero efficace va applicato anche sulla vittima (se consenziente). Tecnicamente si parla di “tracciamento di prossimità”, ed è lo scenario in cui la vittima viene anch’essa dotata del braccialetto elettronico per rilevare, nelle immediate vicinanze, la presenza dell’aggressore. In tal caso, il dispositivo di controllo invia un segnale di allarme alla centrale di monitoraggio. In Spagna, questo meccanismo è in uso già dal 2009, in seguito ad una costante crescita di denunce per violenza domestica. Da quel periodo ad oggi ha portato risultati interessanti nella lotta allo stalking e ai reati di genere. Nella Comunità Autonoma di Madrid, ad esempio, gli omicidi legati alla violenza di genere sono diminuiti del 33% contro una media nazionale del 18,75%. Inoltre, dato ancor più interessante, “nessuna delle vittime sottoposte a controllo elettronico è stata nuovamente oggetto di violenza”.

Anche per questa importante questione s’intrecciano competenze dell’Interno e della Giustizia.

Tanti sono gli aspetti ancora da considerare, occorre intervenire sulla cultura, sull’empowerment , sul superamento degli stereotipi, argomenti tutti che la Rete per la Parità sin dalla sua fondazione ha fatto propri.

Rassegna stampa “Cinque anni devono bastare per la Riforma del Cognome”

Di seguito la rassegna stampa dell’evento dell’8 novembre 2021 che si è tenuto presso la Sala Zuccari.

8/11/2021 – Today – Al lavoro per una legge sul doppio cognome per i figli: “Una battaglia per la parità”

8/11/2021 – La Sicilia – Pari opportunità: Conzatti (Iv), ‘su cognome figli Parlamento batta un colpo’ 

8/11/2021 – Ansa – D’Incà, impegno a calendarizzare il ddl sul cognome

8/11/2021 – Ansa – Casellati, entro legislatura legge su doppio cognome

8/11/2021 – Tiscali Notizie – Casellati, entro legislatura legge su doppio cognome

9/11/2021 – Il Sole 24 ore – Cognome dei figli, ultima chiamata per la legge sulla libertà di scelta

9/11/2021 – La Repubblica – Doppio cognome, lo sprint del Senato: “Una legge entro il 2023”

9/11/2021 – Borderline24 – Doppio cognome, ora la spinta arriva dal Senato

10/11/2021 – Notizie.it – Legge sul doppio cognome, a che punto siamo in Italia?

10/11/2021 – FanPage – Governo al lavoro per la legge sul doppio cognome ai figli a 5 anni dalla sentenza della Consulta

14/11/2021 – Le Contemporanee – Cinque anni devono bastare per la riforma del cognome

17/11/2021 – Alley Oop – Non è questione d’anagrafe ma di parità, Senato in pressing sul doppio cognome

17/11/2021 – Albenga Corsara – Attribuzione cognome della madre al figlio: si attende la riforma in Parlamento

17/11/2021 – Savona News – Il territorio ingauno in prima linea per la riforma del cognome: la “battaglia” si sposta in Senato

17/11/2021 – Liguria24.it – Attribuire il doppio cognome ai figli: il Comune di Albenga tra i promotori dell’iniziativa

Nuovo numero di Giudicedonna.it: focus sulla Riforma della Giustizia civile

Segnaliamo il n. 2/2021 di giudicedonna.it (http://www.giudicedonna.it/) con articoli di grande interesse, introdotti dall’editoriale La stagione delle Riforme della direttrice Antonietta Carestia, responsabile dell’area riforme della Rete per la Parità. 

In particolare riportiamo i link della parte dedicata alla riforma della giustizia civile che fa sperare in positivi riflessi sul grave problema dell’imposizione ai minori della bigenitorialità anche nel caso di padri violenti.

N. 2/2021 (http://www.giudicedonna.it/)

RIFORMA GIUSTIZIA CIVILE 

Introduzione

di MARIA ACIERNO

Gli interventi pubblicati forniscono una fotografia completa e complessa delle linee di riforma legislativa che investono la giurisdizione: dalla ridefinizione del sistema elettorale per l’elezione dei componenti …

L’ultima riforma (di tante) sul rito civile di legittimità: prime riflessioni

CHIARA GRAZIOSI

Il maxiemendamento con cui il 21 settembre scorso, è stato “resettato” il Disegno di legge AS 1662 – la delega per la riforma civile – approvandolo al Senato merita già qualche pur assai conciso rilievo su quel che prospetta

Una riforma lungamente attesa: un tribunale unico per la famiglia e per i minori

VALERIA MONTARULI

In data 9 settembre 2021, in sede di esame del ddl AS 1662, è stata approvata in Commissione Giustizia del Senato una riformulazione dei subemendamenti relativi all’istituzione del Tribunale  …

Prime osservazioni sulla riforma della giustizia civile

LAURA REMIDDI

Il provvedimento, elaborato in sede governativa e che prende il nome della Ministra della Giustizia Marta Cartabia, è stato approvato dal Senato della Repubblica il 21 settembre 2021 ed ora dovrà passare  …

Per una giustizia civile efficiente ed efficace

IRENE FORMAGGIA

L’esercizio della Giustizia incide sull’Economia del Paese.  Basta leggere i Report annuali del Foro Ambrosetti, relativi agli ultimi anni (si veda anche la relazione 2019 di Carlo Bonomi  …

Il Tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie, una riforma attesa da oltre un ventennio

CARLA MARINA LENDARO

L’articolato della Riforma Cartabia,quanto alla materia del diritto di famiglia e minorile, prevede: l’urgente potenziamento della posizione processuale civile del minorenne attraverso il curatore speciale …

Rito unificato per persone, minorenni, famiglie: opportunità o crisi del sistema?

EUGENIA ITALIA

L’art. 1 comma 23 del disegno di legge, d’iniziativa del Governo, approvato dal Senato della Repubblica, il 21 settembre 2021, e contenente la delega al Governo per l’efficienza del processo civile …

Un’attesa riforma di sistema della giustizia in area persone, famiglie, minorenni

MARIA GIOVANNA RUO

Il  ddl 1662 AS, approvato dal Senato nella seduta del 21 settembre 2021, e ora alla Camera, contiene la prima riforma sistematica della giustizia in area persona, famiglie, …

CINQUE ANNI DEVONO BASTARE PER LA RIFORMA DEL COGNOME

Lunedì 8 novembre 2021, ore 15.00-18 – Sala Zuccari
Presso Senato della Repubblica

Un titolo eloquente quello del convegno promosso da Rete per la Parità, CNDI e InterClubZontaItalia, su iniziativa della Sen.ce Valeria Fedeli, per sottolineare la necessità di intervenire in favore della tutela dell’identità e del principio della pari dignità e uguaglianza tra i sessi.
Nell’aprire i lavori, Valeria Fedeli ha affermato: “Il cognome materno è importante perché costruisce parte dell’identità di ogni figlia e di ogni figlio. Credo che si debba arrivare a una svolta in questo Paese, dentro tutte le forze politiche presenti in Parlamento, ed è questo il lavoro che stiamo facendo come Intergruppo di senatrici, per arrivare a un testo condiviso di attuazione della sentenza della Consulta. A cinque anni dall’intervento della Corte costituzionale credo che sia il momento di accelerare e di produrre questo risultato legislativo”.
“La Riforma del cognome è uno degli obiettivi compresi nelle linee guida della Rete per la Parità per contrastare l’invisibilità delle donne” ha aggiunto la Presidente della Rete per la Parità Rosanna Oliva de Conciliis. “Per eliminare un’inaccettabile discriminazione contro le donne è necessario, come previsto dalla maggior parte delle proposte di riforma presentate alla Camera e al Senato, modificare la norma secondo la quale la donna coniugata aggiunge al proprio il cognome del marito. Porta fuori strada considerare centrale solo il tema riguardante il rispetto della parità uomo-donna, che ci sta molto a cuore. Tema centrale è la tutela dell’identità personale, principio fondamentale sancito dall’art. 2 della Costituzione e questo principio riguarda tutte e tutti, uomini e donne ed è necessario per non perpetuare un dannoso stereotipo alle nuove generazioni”.
Da tutti gli interventi sono emersi segnali positivi, in particolare l’impegno per calendarizzare il Ddl “con il concorso di tutte le forze parlamentari entro questa legislatura” come ha sottolineato nel suo messaggio di apertura dei lavori, la Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati.
Parole cariche di speranza da parte dei due Ministri intervenuti in sala, Federico D’Incà ed Elena Bonetti e del Prefetto Claudio Sgaraglia, in rappresentanza della Ministra dell’Interno Luciana Lamorgese. Il primo ha assicurato che favorirà l’esame e la calendarizzazione del Ddl, nel rispetto dell’autonomia del Parlamento. Per Elena Bonetti la battaglia per il secondo cognome non è “solo questione di giustizia ma anche e soprattutto di civiltà”. Il Prefetto Claudio Sgaraglia ha rappresentato la massima disponibilità del Ministero a modificare le procedure attualmente previste non appena sarà approvata la riforma tanto attesa. Nelle more si è offerto come punto di riferimento per aiutare a risolvere, sul piano interpretativo ed applicativo, le criticità procedurali rilevate.
Antonella Anselmo, Avvocata della Rete per la Parità ha auspicato che i semi gettati oggi nel terreno possano presto germogliare nella sede parlamentare. Il diritto al nome e alla certezza identitaria è un punto focale nella declinazione del concetto di dignità della persona, occorre sradicare le radici del patriarcato e riconoscere automaticamente il diritto al doppio cognome.
L’Avvocata Susanna Schivo dell’InterClubZontaItalia e patrocinante dei genitori attori del ricorso davanti alla Corte costituzionale ha posto l’accento sulla necessità di far conoscere ai futuri genitori le possibilità offerte dalla sentenza della Corte costituzionale del 2016 e di garantire la corretta e piena applicazione. Ha citato situazioni a lei segnalate che richiedono chiarimenti per impedire che siano riconosciuti diritti che non possono essere esercitati.
Carla Bassu, docente di diritto comparato dell’Università di Sassari, ha evidenziato come l’automatismo dell’attribuzione del solo cognome paterno sia in contrasto con vari articoli costituzionali. E come sia retaggio di una visione patriarcale che, di fatto, ancora esprime il passaggio dalla tutela paterna a quella maritale, in una condizione di sostanziale sudditanza. Il fatto che il cognome della madre non possa essere trasmesso salvo richiesta dei genitori viola anche il diritto alla identità dei figli e costituisce una delle più gravi discriminazioni sostanziali.
La promotrice della sentenza 286/2016 Manuela Magalhães ha sostenuto che la condizione delle donne ha un’importanza fondamentale e che il doppio cognome riconosce la parità tra genitori.
Anna Finocchiaro, Presidente di Italiadecide e già Ministra per le Pari Opportunità, ha inviato un messaggio sostenendo che la questione del ruolo e della funzione che le donne svolgono nella società italiana e nelle relazioni familiari, è di rilievo e significato particolari in questo tempo in cui la questione identitaria è oggetto di confronto.
La dottoressa Linda Laura Sabbadini, Chair W20 e Direttrice ISTAT, tenuto conto del fatto che c’è grande disinformazione sul tema, ha evidenziato l’importanza di conoscere i dati sulle coppie che hanno chiesto di aggiungere il cognome materno e di quelle che a questo scopo hanno chiesto il cambio di cognome perché da tali numeri si potrà capire quanto ci sia necessità di informare i genitori.
Unanimità di impegno anche da parte dell’Intergruppo delle senatrici, per il quale sono intervenute Donatella Conzatti, Loredana De Petris, Alessandra Maiorino e Simona Malpezzi.

Una rivoluzione copernicana o solo un miraggio? La risposta arriverà entro questa legislatura?

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