Aggiornamento sul Gruppo Afghanistan, accolto in Italia nel luglio 2022

Con soddisfazione comunichiamo che è proseguito con successo il percorso di integrazione del gruppo che siamo riuscite a far arrivare in Italia, composto di 69 afghane e afghani di origine Hazara che, riusciti a fuggire in Pakistan, cercavano di raggiungere l’Europa per scampare dalle persecuzioni a cui sarebbero stati sottoposti nel caso in cui fossero stati rimandati in Afghanistan sia in ragione dell’appartenenza a quell’etnia, sia perché le giovani praticavano uno sport considerato “impuro”.

Un risultato dovuto  ai costanti e costruttivi contributi che, sia a livello centrale che periferico, alcune delle Associazioni aderenti alla Rete per la Parità hanno potuto offrire.

Unendoci alla valutazione positiva espressa dalla dottoressa Giulia Gori della FCEI, constatiamo che l’iniziativa si avvia verso la conclusione.

Di seguito l’aggiornamento della situazione rispetto al report del 2023.

L’Aquila: Del Gruppo di 60 persone inizialmente ospitato tutto all’Aquila, sono rimaste11 persone. Due ragazze che sono sorelle, stanno svolgendo il servizio civile, una terza – che grazie alla borsa di studio del Soroptimist ha svolto tirocini da parrucchiera – si è positivamente inserita in un istituto di bellezza come estetista. Si avviano a vivere insieme in un appartamento autonomo che dovrebbe essere messo a disposizione dalla locale rete di accoglienza SAI. Un’altra ragazza, dopo aver svolto, grazie alla FCEI, un corso per “igienista dentale e assistente di poltrona”, ha ottenuto una borsa di studio a Parma come igienista dentale dove si sposterà prossimamente insieme ai genitori, sempre assistita dalla FCEI. Quattro ragazzi si sono inseriti nel settore dell’edilizia con un contratto a tempo indeterminato. Ora vivono in un appartamento in affitto e continuano ad essere sostenuti all’occorrenza dalla FCEI. La FCEI continua ad occuparsi, insieme con  il Soroptimist locale e con il Comune de L‘Aquila, anche delle due coppie di anziani che hanno difficoltà ad apprendere la lingua, a inserirsi e a individuare prospettive lavorative.

Torino: Grazie all’accoglienza iniziale della Diaconia Valdese 3 ragazze e  4 ragazzi, supportati anche dalle socie del Soroptimist e di Zonta, studiano o lavorano e sono ospitati in appartamenti della Rete ufficiale di accoglienza SAI per i richiedenti asilo.

Roma: Grazie all’impegno della prof.ssa Barbara Martini, dell’Università di Tor Vergata, 5 studentesse e 1 studente, che hanno notevolmente migliorato il livello di conoscenza della lingua italiana, hanno concluso positivamente il Foundation Year presso l’Università di Tor Vergata, ma sono ancora in attesa di essere ammessi ai corsi universitari richiesti. Una delle ragazze, la cui famiglia vive a Firenze, ha accettato la borsa di studio offerta da un’università privata, ottenuta per intercessione della FCEI, e sta frequentando un corso di moda e design. Suo fratello ha deciso di non attendere l’iscrizione all’Università, dati i tempi lunghi di attesa, e, dopo aver frequentato un corso per receptionist alberghiero, è stato assunto in un grande albergo romano. Le altre tre ragazze, ancora in attesa di essere ammesse ai corsi universitari, stanno valutando la frequentazione di training professionalizzanti.

Firenze: Qui vivono 5 dei componenti del gruppo familiare composto dai genitori, 4 figlie e 1 figlio. Una delle ragazze e il ragazzo sono a Roma. Abitano a Firenze con i genitori le altre  due sorelle. Una ha progettato la realizzazione di un museo virtuale per far conoscere  la cultura, i valori e le tradizioni delle donne afghane. Il progetto è ancora in valutazione da parte del Museo nazionale delle Civiltà e l’iter per la sua approvazione è tuttora attentamente seguito da Rete per la Parità insieme con la Professoressa Giuliana Cacciapuoti e con la dottoressa Giulia Gori della FCEI. Un’altra sorella sta per sposarsi, e a breve si trasferirà in Germania. La quarta sorella, che sta studiando psicologia presso un’università russa, continua a cercare soluzioni per perfezionare gli studi in Italia dove vorrebbe ricongiungersi alla famiglia. I genitori sono in buona salute e, a parte la necessità di essere ospitati dalla FCEI, hanno la possibilità di sostenere le esigenze delle figlie.

Per una valutazione complessiva dobbiamo constatare che del gruppo originario nessuno tra le ragazze e i ragazzi ha più proseguito la strada del ciclismo, che pure era stato lo sport che aveva dato loro una spinta verso la vita e verso la libertà. Hanno dovuto concentrarsi su nuovi e faticosi impegni e  dalla necessità di imparare nuovi suoni, di affrontare nuove strade all’interno di panorami mai conosciuti, di abbracciare nuove e tanto diverse culture.

In questo percorso i pedali, spesso invisibili, che hanno continuato a sospingerli nel passaggio verso un nuovo futuro siamo state silenziosamente, attivamente ed orgogliosamente tutte noi.

Siamo state noi, donne della Rete per la Parità, della FCEI, del mondo giornalistico e del mondo universitario, a credere in altre donne, a sostenerle, a prenderle per mano e le accompagneremo ancora fino alla realizzazione dei loro progetti e al raggiungimento dell’autonomia. A loro tutte la Rete per la Parità rinnova il suo Grazie per la condivisione di questa esperienza di alto profilo umanitario.

Verso la nuova Consulta femminile delle Pari Opportunità della Regione Lazio

Il 15 febbraio scorso, presso la Prima Commissione – Affari costituzionali e statutari e Affari istituzionali del Consiglio Regionale del Lazio, si è svolta la terza ed ultima audizione nell’ambito dell’esame della proposta di legge regionale n. 117 del 29 novembre 2023 concernente “Istituzione della Consulta femminile per le pari opportunità”.

Anche in quest’ultima audizione sono intervenute numerose rappresentanti di varie associazioni e confederazioni che si occupano di tematiche legate alla parità di genere e al contrasto della violenza sulle donne.

Per la Rete per la Parità APS è intervenuta la Presidente Patrizia De Michelis; qui il testo del suo intervento.

I report delle tre audizioni sono disponibili ai seguenti link:

A Gabriella Luccioli il IV Premios Igualdad de la Abogacía

Le congratulazioni della Rete per la Parità

Il Consiglio Generale degli Avvocati spagnoli ha attribuito alla Giudice Gabriella Luccioli, nostra socia onoraria, e a Teresa Peramato, Procuratrice di Camera spagnola contro la violenza sulle donne, il IV Premios Igualdad de la Abogacía, destinato a coloro che nella professione lavorano a favore dell’uguaglianza di genere. Il premio sarà consegnato il 6 marzo a Madrid, in concomitanza con le celebrazioni della Giornata Internazionale della donna.

La Rete per la Parità si congratula con Gabriella Luccioli per il meritato alto riconoscimento.

Di seguito il testo tradotto dell’articolo pubblicato su abogacia.es

Il pubblico ministero Teresa Peramato e il giudice italiano Gabriella Luccioli, IV Premio Uguaglianza per la Professione Legale

Il IV Premio Parità per la Professione Legale va al Procuratore spagnolo della Camera delegata contro la violenza sulle donne, Teresa Peramato, e alla Giudice italiana Gabriella Luccioli, una delle prime donne a intraprendere la carriera giudiziaria in quel Paese.

Questi premi, concessi dal Consiglio Generale degli Avvocati spagnoli per riconoscere coloro che nella professione legale lavorano a favore dell’uguaglianza di genere, saranno consegnati in un evento il 6 marzo a Madrid, in concomitanza con le celebrazioni della Giornata internazionale della donna.

Teresa Peramato è entrata nella carriera di Pubblico Ministero nel 1990. Dopo aver attraversato varie Procure, nel maggio 2021 è stata promossa alla categoria di Procuratore di Camera e nominata Procuratore di Camera contro la Violenza sulle Donne. È un punto di riferimento nella lotta alla violenza di genere. La giuria ha osservato che “tutto il suo lavoro quotidiano è stato dedicato alla ricerca di soluzioni a questo grave problema sociale”. E ha sottolineato che “è una giurista impegnata a sradicare le discriminazioni basate sul sesso o sul genere e ad avanzare verso la piena, reale ed effettiva uguaglianza tra donne e uomini”.

Gabriella Luccioli divenne giudice nel 1965, al primo concorso aperto alle donne in Italia. È stata la prima a entrare in Cassazione. La giuria ha sottolineato “il suo grande lavoro come giudice, riscrivendo il diritto di famiglia, nonché emettendo sentenze con una prospettiva di genere, storica in questo senso”. E ha osservato che “le sue pronunce hanno avuto un influsso notevole sulla revisione del diritto di famiglia, dall’obbligo del cognome paterno per i figli legittimi, alla tutela del coniuge più debole, attraverso l’indennità di divorzio e le accuse di separazione”.

La giuria era composta in questa edizione da Vicente Guilarte, Presidente del Consiglio Generale della Magistratura; Victoria Ortega, Presidente del Consiglio degli avvocati; Marga Cerro, Presidente della Commissione di Parità del Consiglio; Joan Martínez, decano dell’Ordine degli avvocati di Granollers; l’avvocato Ángela Cerrillos; Francisco de Miguel Pajuelo, Presidente del Tribunale Amministrativo dello Sport e Javier Martín García, Segretario generale del Consiglio.

In questa edizione sono stati presentati 11 candidati nazionali e 2 internazionali.

La consegna dei premi avverrà nel corso di un evento che avrà luogo mercoledì 6 marzo nel pomeriggio, al quale parteciperà Manuel Marchena, presidente della Seconda Sezione della Corte Suprema; Lucía Ortiz, ricercatrice in Etica e Governance dell’Intelligenza Artificiale presso l’Università Autonoma di Madrid; Natalia Velilla, magistrato del Tribunale di primo grado n. 6 di Alcobendas; lo scrittore Ignacio Varela e l’avvocato Francisco Ignacio López in due tavole rotonde, una sui pregiudizi dell’intelligenza artificiale e l’altra sulla polarizzazione politica.

L’anno scorso i vincitori furono l’avvocato femminista spagnolo Ángela Cerrillos, la presidente della Corte Suprema di Porto Rico Maite Oronoz e, postuma, l’avvocato Mª Alfonsa Aragón.

Fonte foto: abogacia.es