Rete per la Parità – Mai più lavoratrici e lavoratori dimissionati

A piccoli passi verso la cancellazione delle dimissioni in bianco. Alla Camera il testo è blindato. Qualche speranza nel successivo monitoraggio da parte del Governo?

Rete per la Parità, dopo aver presentato nel 2011 la petizione a Camera e Senato, continua a monitorare l’iter di approvazione in Parlamento della riforma del lavoro, per ottenere di cancellare del tutto in tempi brevi, con una norma di legge chiara ed efficace la delittuosa prassi della richiesta di rilascio, all’atto dell’assunzione o dell’incarico, di lettere di dimissioni con data in bianco e della possibilità di farne successivamente fraudolento uso da parte di datori di lavoro e committenti disonesti.

Proseguiranno le azioni di pressione della Rete per la Parità, che ha raccolto l’allarme da tempo da più parti lanciato sulla gravità e vastità del fenomeno delle lettere di dimissioni con data in bianco. Un comportamento illecito che incide negativamente anche nei casi in cui non siano utilizzate, come una spada di Damocle che penalizza in particolare le giovani donne che rischiano di pagare la maternità con la perdita del lavoro.

La Rete per la Parità rivolge un pubblico apprezzamento all’impegno delle senatrici e dei senatori della Commissione Lavoro Senato che hanno preso in considerazione le proposte della Rete per la Parità , ottenendo un miglioramento, e si augura, anche a difesa degli imprenditori corretti, che il Governo dimostri nella fase di applicazione del provvedimento la disponibilità per raggiungere in pieno il comune e condiviso obiettivo di legalità e semplificazione.

I lavori alla Camera:

In Aula è iniziata la discussione generale sulla riforma e il governo ha posto la questione di fiducia sulla riforma del mercato del lavoro.

All’annuncio di una manifestazione di piazza della CGI, la ministra Fornero ha tra l’altro affermato che è impegnata a costruire “un sistema di monitoraggio della riforma, ispirato dalla serietà del monitoraggio fatto in Germania, che è “non solo serio, articolato e tempestivo, ma fatto su basi scientifiche”.

Non resta che sperare che il monitoraggio si faccia e includa anche gli effetti dell’ancora discutibile stesura delle norme di contrasto alle dimissioni in bianco.

Tra l’altro, perché le norme sulle dimissioni in bianco entrino in vigore il Governo dovrà emanare le disposizioni del caso per l’operatività della convalida da effettuarsi presso le sedi previste dal comma 2 e entro il termine di due mesi dall’entrata in vigore della presente legge, anche per adempiere all’articolo 47 della legge n. 35 del 2012, il decreto previsto per individuare le modalità semplificate di cui al comma 3 (presentazione online).

per saperne di più: DDL 5256 Camera
DDL5256 alla Camera. Nel testo le norme contro le dimissioni in bianco sono contenute nell’articolo 4-i commi dal 16 al 23 , pagine da 71 a 74.

Ecco il testo:

Art. 4 (Ulteriori disposizioni in materia di mercato del lavoro)

omissis

16. Il comma 4 dell’articolo 55 del testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, è sostituito dal seguente:

«4. La risoluzione consensuale del rapporto o la richiesta di dimissioni presentate dalla lavoratrice, durante il periodo di gravidanza, e dalla lavoratrice o dal lavoratore durante i primi tre anni di vita del bambino o nei primi tre anni di accoglienza del minore adottato o in affidamento, o, in caso di adozione internazionale, nei primi tre anni decorrenti dalle comunicazioni di cui all’ articolo 54, comma 9, devono essere convalidate dal servizio ispettivo del Ministero del lavoro e delle politiche sociali competente per territorio. A detta convalida è sospensi­vamente condizionata l’efficacia della risoluzione del rapporto di lavoro».

17. Al di fuori dell’ipotesi di cui all’articolo 55, comma 4, del citato testo unico di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, come sostituito dal comma 16 del presente articolo, l’efficacia delle dimissioni della lavoratrice o del lavoratore e della riso­luzione consensuale del rapporto è sospensi­vamente condizionata alla convalida effettuata presso la Direzione territoriale del lavoro o il Centro per l’impiego territorialmente competenti, ovvero presso le sedi individuate dai contratti collettivi nazionali stipulati dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale.

18. In alternativa alla procedura di cui al comma 17, l’efficacia delle dimissioni della lavoratrice o del lavoratore e della risoluzione consensuale del rapporto è sospensivamente condizionata alla sottoscrizione di apposita dichiarazione della lavoratrice o del lavoratore apposta in calce alla ricevuta di trasmissione della comunicazione di cessazione del rapporto di lavoro di cui all’ articolo 21 della legge 29 aprile 1949, n. 264, e successive modificazioni. Con decreto, di natura non regolamentare, del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, possono essere individuate ulteriori modalità semplificate per accertare la veridicità della data e la autenticità della manifestazione di volontà della lavoratrice o del lavoratore, in relazione alle dimissioni o alla risoluzione consensuale del rapporto, in funzione dello sviluppo dei sistemi informatici e della evoluzione della disciplina in materia di comunicazioni obbligatorie.

19. Nell’ipotesi in cui la lavoratrice o il lavoratore non proceda alla convalida di cui al comma 17 ovvero alla sottoscrizione di cui al comma 18, il rapporto di lavoro si intende risolto, per il verificarsi della condizione so­spensiva, qualora la lavoratrice o il lavoratore non aderisca, entro sette giorni dalla ricezione, all’invito a presentarsi presso le sedi di cui al comma 17 ovvero all’invito ad apporre la predetta sottoscrizione, trasmesso dal datore di lavoro, tramite comunicazione scritta, ovvero qualora non effettui la revoca di cui al comma 21.

20. La comunicazione contenente l’invito, cui deve essere allegata copia della ricevuta di trasmissione di cui al comma 18, si considera validamente effettuata quando è recapitata al domicilio della lavoratrice o del lavo­ratore indicato nel contratto di lavoro o ad altro domicilio formalmente comunicato dalla lavoratrice o dal lavoratore al datore di lavoro, ovvero è consegnata alla lavoratrice o al lavoratore che ne sottoscrive copia per ricevuta.

21. Nei sette giorni di cui al comma 19, che possono sovrapporsi con il periodo di preavviso, la lavoratrice o il lavoratore ha facoltà di revocare le dimissioni o la risoluzione consensuale. La revoca può essere co­municata in forma scritta. Il contratto di lavoro, se interrotto per effetto del recesso, torna ad avere corso normale dal giorno suc­cessivo alla comunicazione della revoca. Per il periodo intercorso tra il recesso e la re­voca, qualora la prestazione lavorativa non sia stata svolta, il prestatore non matura alcun diritto retributivo. Alla revoca del recesso conseguono la cessazione di ogni effetto delle eventuali pattuizioni a esso connesse e l’obbligo in capo al lavoratore di restituire tutto quanto eventualmente percepito in forza di esse.

22. Qualora, in mancanza della convalida di cui al comma 17 ovvero della sottoscrizione di cui al comma 18, il datore di lavoro non provveda a trasmettere alla lavoratrice o al lavoratore la comunicazione contenente l’invito entro il termine di trenta giorni dalla data delle dimissioni e della risoluzione consensuale, le dimissioni si considerano definitivamente prive di effetto.

23. Salvo che il fatto costituisca reato, il datore di lavoro che abusi del foglio firmato in bianco dalla lavoratrice o dal lavoratore al fine di simularne le dimissioni o la risoluzione consensuale del rapporto, è punito con la sanzione amministrativa da euro 5.000 ad euro 30.000. L’accertamento e l’irrogazione della sanzione sono di competenza delle Direzioni territoriali del lavoro. Si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni di cui alla legge 24 novembre 1981, n.689.

omissis

Lunedì 25 giugno Dopo la discussione in Commissione Lavoro, che ha respinto tutti gli emendamenti presentati al testo approvato dal Senato, arriva in Aula il disegno di legge n. 5256 – Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita (Approvato dal Senato), con votazione degli articoli (fiducia – decorse le ventiquattro ore dalla posizione).

Dopo gli interventi dei relatori (Giuliano Cazzola del Pdl e Cesare Damiano del Pd) e dopo aver respinto le pregiudiziali di costituzionalità presentate da IDV e Lega, oggi (Martedì 26) il Governo metterà quattro fiducie sui 4 articoli.

Mercoledì 27 giugno (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni)

Seguito e conclusione (a partire dalle ore 17 avranno luogo le dichiarazioni di voto finale dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto, con ripresa televisiva diretta)

I lavori in Senato: nel DDL 3249 predisposto dal Governo “Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita”, il testo dell’articolo 55 “Tutela della maternità e paternità e contrasto del fenomeno delle dimissioni in bianco”.DDL 3249 art. 55 è stato riformulato dal Governo nell’ultimo dei propri maxiemendamenti (art. 4, commi da 16 a 23 ), grazie ai 28 emendamenti presentati durante i lavori nella Commissione Lavoro dai vari gruppi, della maggioranza e dell’opposizione.

Tutti gli emendamenti art 55 presentati in Commissione lavoro Senato.

Il contenuto della petizione della Rete per la Parità, presentato sin dall’estate 2011Rete per la Parità petizione data certa, è stato ripreso testualmente negli emendamenti 55.2 del PD (senatrice Rita Ghedini), 55.4 IDV (senatrice Giuliana Carlino)e in buona parte anche nell’emendamento 55.7 della senatrice Ada Spadoni Urbani del PDL; inoltre anche l’altra proposta della Rete per la Parità riguardante una soluzione semplice e di possibile applicazione in tempi brevi, basata sulla domanda presentata personalmente dalla persona interessata,illustrato da Rete per la Parità nella nota presentata in Commissione lavoro, note su Art 55 , è stata ripresa nell’ emendamenti 55.8 , presentato dalla senatrice Ada Spadoni Urbani del PDL e nell’emendamento 55.9 del PD.”

Inoltre 40 senatrici dei vari Gruppi hanno sottoscritto un documento che oltre ad una migliore formulazione della norma sulle dimissioni, chiede una Conferenza sul lavoro femminile

Appello donne Senato art . 55 ddl lavoro – dimissioni in bianco.doc.

Il nuovo testo Dimissioni testo approvato.docx approvato dal Senato prevede il diritto al ripensamento da parte della persona interessata, ed è stata eliminata la necessità di contestare le dimissioni irregolari imposta dal testo del Governo. La norma, ora all’esame della Camera necessita di ulteriori miglioramenti, come auspicato durante la discussione in Aula, conclusa, com’è noto con il voto di fiducia sul testo predisposto dal Governo che in parte accoglie le modifiche proposte dalla Commissione lavoro.

Per leggere gli interventi durante la discussione in Aula al Senato

http://www.senato.it/leg/16/BGT/Schede/Ddliter/aula/38222_aula.htm

Roma, 26 giugno 2012

Per un servizio pubblico radiotelevisivo che faccia uscire le donne dall’invisibilità

Comunicato stampa

RAI: Rete per la Parità chiede a Zavoli la pubblicazione dei cv e un nuovo CdA paritario

Per un servizio pubblico radiotelevisivo che faccia uscire le donne dall’invisibilità

Rendere pubblici i curricula inviati per le selezioni al CdA della RAI o l’elenco delle persone che li hanno presentati per sapere quante sono le donne candidate. E’ la richiesta che La Rete per la Parità, associazione di promozione sociale per la parità uomo-donna secondo la Costituzione italiana, ha inviato al presidente della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, Sen. Sergio Zavoli e alla Ministra del Lavoro, Welfare e Pari Opportunità, Elsa Fornero.

Considerato il numero dei Cv presentati, che da poche decine del passato ha raggiunto gli attuali 320, ci si aspetta ora che la Commissione introduca tutte le innovazioni possibili nell’ottica della democrazia partecipata. La presenza paritaria di donne e uomini nel CdA costituirebbe infatti un importante passo per correggere l’anomalia mediatica e la scarsa presenza delle donne in politica, evidenziate già nel 2006 nel rapporto dell’Ufficio per le Istituzioni Democratiche e i Diritti Umani OSCE/ODIHR e risponderebbe alla proposta della Rete per la Parità Mai più donne invisibili, la prima delle tre leggi a costo zero, richieste sin dall’insediamento del nuovo Governo.

Roma, 25 giugno 2012

3387002506

Vittoria definitiva al Consiglio di Stato: la Giunta Formigoni viola il principio dell’equilibrio di genere

Ne danno notizia l’Associazione Art. 51 e l’Associazione DonneInQuota, con i loro legali Prof. avv. Marilisa D’Amico, e gli avv. Cinzia Ammirati, Massimo Clara, Lorenzo Platania e Stefania Leone.

Oggi il Consiglio di Stato (sentenza n. 3670 del 2012) ha annullato la sentenza del Tar Lombardia che aveva inspiegabilmente salvato la Giunta Formigoni, allora composta da 15 Assessori uomini e da una sola donna.

Accogliendo l’appello delle Associazioni, il Consiglio di Stato ci dice oggi due cose importantissime. Prima di tutto che anche la politica soggiace ai principi di diritto. Richiamando quanto già chiarito di recente dalla Corte costituzionale (sent. n. 81 del 2012), il Consiglio di Stato afferma che il riequilibrio di genere, solennemente affermato in Costituzione e nello Statuto lombardo, è principio cogente e non derogabile nemmeno per ragioni politiche. In forza di ciò, il Giudice amministrativo ha quindi riconosciuto l’“evidente violazione di legge”, perché la nomina di un solo assessore di genere femminile contrasta con una equilibrata presenza di uomini e di donne nella Giunta.

Ma c’è di più in questa decisione. Come noto, temendo questo esito processuale, Formigoni aveva di recente rimesso mano alla Giunta, incrementando – in maniera del tutto insoddisfacente – il numero di donne assessore, portate da 1 a 3, su un totale di 16.

Ebbene, il Consiglio di Stato, pur non potendo prendere posizione sulla composizione della nuova Giunta, ha dato un segnale forte, spiegando che deve esserci “uguaglianza, o sostanziale approssimazione ad essa, di uomini e donne nelle posizioni di governo regionale”.

Il principio della parità non è allora soddisfatto attraverso la composizione di Giunte in cui le donne continuano ad avere un ruolo quantitativamente e qualitativamente marginale. La parità esige interventi di sostanza e non di facciata, e il concreto impegno della politica per la realizzazione di una democrazia paritaria.

La governance della RAI TV

Noi tifiamo per un servizio pubblico radiotelevisivo con nuove regole, ma vogliamo che nel frattempo si rispettino almeno quelle vigenti.

Le conoscete?

Testo unico della radiotelevisione

Decreto legislativo 31.07.2005 n° 177 , G.U. 07.09.2005

Pubblichiamo il testo unico della radiotelevisione aggiornato con le successive modifiche ed integrazioni. Continua a leggere

Rai: 300 curricula per Cda, tiro alla fune in Vigilanza. Si vota martedi’

19 Giugno 2012 – 19:02

(ASCA) – Roma, 19 giu – Martedi’ 26 giugno e’ la nuova data utile per l’elezione dei sette componenti del Cda della Rai di nomina parlamentare. Sergio Zavoli, presidente della commissione di Vigilanza sulla Rai, ha infatti convocato per quella data il seggio elettorale che in un primo momento era stato fissato a giovedi’ 21 giugno.

Presso la commissione, che ha la sua sede in piazza San Macuto, sono arrivati entro ieri sera – quando scadevano i termini per la loro presentazione – quasi 300 curricula di candidati in pectore. Accogliendo la richiesta del rinvio del seggio elettorale venutagli da Marco Beltrandi, deputato radicale eletto nelle liste del Pd, e da Antonio Di Pietro a nome dell’Idv, Zavoli ha mostrato flessibilita’ rispetto al problema di poter esaminare i curricula. Il problema pero’ e’ che i candidati su cui si concentreranno i voti del Pd sono gia’ stati decisi dopo averne demandato la scelta ad alcune associazioni per sottrarsi, secondo il segretario Pier Luigi Bersani, alla logica lottizzatrice: il magistrato Gherardo Colombo, la giornalista Benedetta Tobagi.

Secondo le indiscrezioni, anche il Pdl starebbe rompendo gli indugi sui propri nomi di riferimento. L’Udc ha gia’ fatto la sua scelta con la conferma nel Cda del consigliere uscente Rodolfo De Laurentiis. Il governo ha gia’ indicato Anna Maria Tarantola, attuale vicedirettore generale della Banca d’Italia, e Luigi Gubitosi, ex amministratore delegato di Wind Telecomunicazioni, rispettivamente presidente e direttore generale della Rai. Nel nuovo organismo di governo della Rai ci sara’ pure Marco Pinto, indicato nel Cda dal Ministero del Tesoro. A questo punto, le sorprese possono venire solo dalla non partecipazione al voto in commissione dei rappresentanti della Lega Nord (il Carroccio ha fin qui marcato la sua estraneita’ ai metodi di elezione del Cda) e dell’Idv.

Di Pietro, nella conferenza stampa che ha tenuto questo pomeriggio a Montecitorio, ha confermato che i commissari dell’Idv non parteciperanno al voto qualora non si dia il tempo necessario alla commissione di Vigilanza di valutare i curricula e di audire alcuni candidati: ”Non importa che l’eventuale consigliere che spetterebbe all’Idv finisca al Pd o al Pdl. Noi difendiamo un principio”.

Il problema della suddivisione dei sette consiglieri e’ del resto teorica in base ai rapporti di forza parlamentari: 2 al Pdl, 1 alla Lega Nord, 2 al Pd, 1 all’Udc e 1 all’Idv.

Ma questa suddivione presupporrebbe un accordo tra i vari partiti che finora non c’e’ stato. Un’ipotesi possibile e’ percio’ che le due caselle potenzialmente restate vuote – quelle di Lega Nord e Idv – possano favorire un candidato del centrodestra e uno del centrosinistra.

L’innovazione dei curricula valorizzata da Zavoli nel suo comunicato con cui ha ufficializzato la convocazione della Viglanza a martedi’ prossimo, pur tenendo conto della legislazione vigente che ne limita il valore effettivo, potrebbe avere l’effetto di chiudere quanto prima le operazioni di rinnovo del Cda per evitare nuovi fronti polemici. Oggi, ad esempio, l’associazione ”Se non ora, quando?” ha inviato una lettera a Zavoli, e per conoscenza al presidente della Repubblica e ai presidenti delle Camere oltre che ai capigruppi di Montecitorio e Palazzo Madama, in cui si legge: ”Pur nei limiti della vigente legge, noi riteniamo che una innovazione significativa nel governo della Rai possa essere attuata. Un consiglio di amministrazione composto per meta’ da donne autorevoli, di alto profilo professionale”.

gar/vlm

5 maglie nere, alle province con nessuna sindaca in nessun comune, e cioè Siracusa, Brindisi, Enna, Caltanissetta e Carbonia-Iglesias

Daniela e dintorni
daniela and her surroundings
Maglia nera alle province con meno sindache

Maglia nera alle province con meno sindache

17 giugno 2012

Analizzando i dati sui 903 comuni governati da sindache, un dato che comunque non tiene conto dei recenti risultati delle elezioni in Sardegna e che quindi andrà aggiornato dopo il prossimo ballottaggio, ho estrapolato i seguenti dati:

– Agli ultimi venti posti di questa graduatoria ci sono solo province meridionali eccetto la Toscana con una provincia, Lucca, 1 sindaca su 35 comuni, l’1,86%, e il Lazio con 2 province, quella di Frosinone con 4 sindache su 41, il 4,40% e quella di Roma con 6 su 121, il 4,96%

– Le altre regioni sono la Sicilia con 6 province, dalla migliore alla peggiore: Agrigento con 2 sindache su 43 comuni, il 4,65%; Trapani, 1 su 24, il 4,17%; Palermo con 2 su 82, il 2,44%; Siracusa con 0 sindache su 21 comuni, Enna con 0 su 20 e Caltanissetta con 0 su 22.

– La Campania con 4 province, dalla migliore alla peggiore: Avellino con 5 sindache su 119, il 4,20%; Salerno con 6 su 158, il 3,80%; Napoli con 2 su 92, il 2,17% e Caserta con 2 su 104, l’1,92%.

– La Puglia con 3 province, dalla migliore alla peggiore: Taranto con 1 su 29 sindache, il 3,45%; Bari con 1 su 41, il 2,44% e Brindisi con 0 su 20.

– La Calabria con 2 province, Cosenza con 5 su 155, il 3,23% e Catanzaro con 3 sindache su 80 comuni, il 3,75%.

– La Basilicata con una sola provincia, Matera, con 1 sindaca su 31, il 3,23%; Abruzzo con Teramo con 1 sindaca su 47 comuni, il 2,12% e la Sardegna (ma il dato sardo va comunque aggiornato dopo il ballottaggio) con la provincia di Carbonia-Iglesias con 0 sindache su 23 comuni.

Quindi al momento sono 5 le maglie nere, le province con nessuna sindaca in nessun comune, e cioè Siracusa, Brindisi, Enna, Caltanissetta e Carbonia-Iglesias.

Lettere inviate a Bersani e a Zavoli dal comitato promotore nazionale SNOQ

Lettera inviata a Bersani dal comitato promotore nazionale SNOQ

Gentile on. Bersani
il comitato promotore nazionale di Se non ora quando? la ringrazia per il riconoscimento e la fiducia che ha manifestato verso l’impegno e l’azione svolti in questi mesi dal nostro movimento, rivolgendosi anche ad esso in un passaggio difficile della vita delle nostre istituzioni.
Lei, come scrive nella lettera che ci ha indirizzato, ha voluto, dinanzi al continuo e non più tollerabile degrado del servizio pubblico radiotelevisivo “esprimere una posizione forte, rompendo unilateralmente il rito della lottizzazione”. E noi di questo atto coerente e coraggioso le siamo grate, come cittadine e come appartenenti ad un movimento che della riforma della Rai ha fatto uno dei punti qualificanti della sua agenda.
Poiché l’obiettivo del suo partito è quello di “dare una risposta concreta alla richiesta” da più parti avanzata di tenere i “partiti fuori dalla Rai” e di impegnarsi per il futuro ad una seria riforma dell’azienda, noi raccogliamo il suo invito. E da esso confortate ci rivolgiamo al Presidente della Commissione di vigilanza,e per conoscenza ai Presidenti e ai capigruppo di Camera e Senato, al Presidente della Repubblica affinchè la Commissione compia una innovazione possibile, ma radicale: componga un CdA paritario con consigliere “autorevoli, di alto profilo professionale e sensibili ai temi della cittadinanza delle donne”
A questo scopo abbiamo avanzato una rosa di nomi di personalità femminili, di indiscusso valore ed esperienza, che contribuiscono alla crescita civile e culturale della nazione italiana.
Nel rinnovarle il nostro grazie, vogliamo augurare a Lei e al suo partito di riuscire, per la parte che gli compete, nel difficile ma indispensabile compito di ricucire le fratture tra popolo e istituzioni, che è la nostra più grave malattia.
Comitato promotore nazionale Se non ora quando?

Lettera inviata al Sen. Zavoli dal comitato promotore nazionale SNOQ

Esprimiamo innanzitutto vivo apprezzamento per la posizione che l’on. Bersani ha esposto nella lettera inviata a noi e ad altre associazioni. È una posizione che, ribadendo l’indirizzo seguito dal PD di non partecipare alla votazione per eleggere i membri del consiglio di amministrazione della Rai, manifesta la volontà di ripristinare la funzione del servizio pubblico, premessa indispensabile di ogni dignitosa riforma del sistema informativo.
Abbiamo inoltre apprezzato la scelta di essersi rivolto, e averne così riconosciuto il ruolo, ad alcune espressioni rappresentative dello spirito pubblico e dell’etica civile della nazione. E di questo lo ringraziamo caldamente.
Per immaginare una RAI diversa che torni ad essere una grande risorsa per l’Italia è necessario ripensarla al centro dello sviluppo di una nuova cultura e un nuovo senso comune.
Occorre riassegnare al Servizio Pubblico Radiotelevisivo una missione: sostenere con la ricchezza dei linguaggi radiotelevisivi la piena cittadinanza delle donne nella vita pubblica e sociale del Paese.
Pur nei limiti della vigente legge, noi riteniamo, pertanto, che una innovazione significativa nel governo della Rai possa essere attuata. Un Consiglio di amministrazione composto per metà da donne autorevoli, di alto profilo professionale e sensibili ai temi della piena cittadinanza femminile assicurerebbe un cambiamento notevole nella configurazione del servizio pubblico, sia nell’informazione e programmi sia nel governo dell’azienda.
Pertanto ci rivolgiamo al presidente della Commissione parlamentare di vigilanza sen. Sergio Zavoli perché si adoperi ad ottenere il consenso dei membri della Commissione ad eleggere un CdA paritario, autorevole e indipendente.

Per parte nostra offriamo alla Commissione una rosa di nomi di personalità femminili, di indiscusso valore ed esperienza che variamente contribuiscono a rendere l’Italia un “paese per donne”: Dacia Maraini, Chiara Saraceno, Flavia Nardelli, Lorella Zanardo ,Benedetta Tobagi, Evelina Christillin
Da parte nostra ci impegniamo a sostenere le donne che saranno elette nel difficile compito di sviluppare una nuova cultura e un nuovo senso comune adeguati ad una società di donne e uomini eguali e differenti. —–
Lettera inviata al Sen. Zavoli dal comitato promotore nazionale SNOQ

Esprimiamo innanzitutto vivo apprezzamento per la posizione che l’on. Bersani ha esposto nella lettera inviata a noi e ad altre associazioni. È una posizione che, ribadendo l’indirizzo seguito dal PD di non partecipare alla votazione per eleggere i membri del consiglio di amministrazione della Rai, manifesta la volontà di ripristinare la funzione del servizio pubblico, premessa indispensabile di ogni dignitosa riforma del sistema informativo.
Abbiamo inoltre apprezzato la scelta di essersi rivolto, e averne così riconosciuto il ruolo, ad alcune espressioni rappresentative dello spirito pubblico e dell’etica civile della nazione. E di questo lo ringraziamo caldamente.
Per immaginare una RAI diversa che torni ad essere una grande risorsa per l’Italia è necessario ripensarla al centro dello sviluppo di una nuova cultura e un nuovo senso comune.
Occorre riassegnare al Servizio Pubblico Radiotelevisivo una missione: sostenere con la ricchezza dei linguaggi radiotelevisivi la piena cittadinanza delle donne nella vita pubblica e sociale del Paese.
Pur nei limiti della vigente legge, noi riteniamo, pertanto, che una innovazione significativa nel governo della Rai possa essere attuata. Un Consiglio di amministrazione composto per metà da donne autorevoli, di alto profilo professionale e sensibili ai temi della piena cittadinanza femminile assicurerebbe un cambiamento notevole nella configurazione del servizio pubblico, sia nell’informazione e programmi sia nel governo dell’azienda.
Pertanto ci rivolgiamo al presidente della Commissione parlamentare di vigilanza sen. Sergio Zavoli perché si adoperi ad ottenere il consenso dei membri della Commissione ad eleggere un CdA paritario, autorevole e indipendente.

Per parte nostra offriamo alla Commissione una rosa di nomi di personalità femminili, di indiscusso valore ed esperienza che variamente contribuiscono a rendere l’Italia un “paese per donne”: Dacia Maraini, Chiara Saraceno, Flavia Nardelli, Lorella Zanardo ,Benedetta Tobagi, Evelina Christillin
Da parte nostra ci impegniamo a sostenere le donne che saranno elette nel difficile compito di sviluppare una nuova cultura e un nuovo senso comune adeguati ad una società di donne e uomini eguali e differenti. —–

Rai: comunicato congiunto di Libera, Comitato per la libertà e il diritto d’informazione, Libertà e Giustizia, Se Non Ora Quando

Libera, il Comitato per la libertà e il diritto d’informazione, Libertà e Giustizia, Se Non Ora Quando, si sono riuniti oggi a Roma per rispondere all’invito loro rivolto dal segretario nazionale del PD Pier Luigi Bersani.

La discussione è stata ispirata dalla comune volontà di sostenere il servizio pubblico radiotelevisivo come bene comune da difendere e rilanciare.

Le realtà presenti, espressione di mondi e sensibilità anche molto diverse, hanno ribadito la propria autonomia da qualsivoglia schieramento o forza politica.

Nonostante i tempi serrati e il metodo inusuale, le diverse realtà hanno colto il carattere innovativo della proposta. Si tratta di una iniziativa di emergenza che deve preludere ad un cambiamento radicale dell’intero sistema dell’informazione italiana. A questo proposito si è registrata una forte condivisione sulla necessità di difendere la libertà d’informazione contro ogni bavaglio, di superare rapidamente la legge Gasparri, di approvare una legge sul conflitto d’interessi e di dare avvio ad una nuova gestione della Rai in vista della sua riforma. Per questo chiediamo l’immediata apertura di un confronto pubblico con tutte le forze disponibili.

Il lungo elenco di personalità raccolte dalle “associazioni” in vista di questo incontro testimonia la straordinaria ricchezza di energie di cui dispone la società italiana: un patrimonio che la politica e le istituzioni devono finalmente valorizzare per dare un futuro migliore alla Rai e al nostro paese.

Libera, il Comitato per la libertà e il diritto d’informazione, Libertà e Giustizia hanno deciso di dare un segno inequivocabile di forte discontinuità col passato indicando una donna e un uomo impegnati da lungo tempo in percorsi di partecipazione democratica, di difesa e attuazione della Costituzione, di legalità e giustizia. Con questo spirito, nel rispetto delle prerogative della Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai, le “associazioni” hanno convenuto di proporre Gherardo Colombo e Benedetta Tobagi.

Il movimento “Se non ora quando” ha illustrato la propria posizione che prevede la richiesta alla Commissione di Vigilanza di innovare la sua composizione in senso paritario e per questo invierà al Presidente Zavoli una rosa di candidate di alto profilo professionale e sensibili ai temi della cittadinanza delle donne e della democrazia paritaria.

Comitato per la libertà e il diritto d’informazione
Libera
Libertà e Giustizia
Se Non Ora Quando

Verso i ricorsi contro le nuove Giunte senza donne

Le nuove Giunte: dati di genere raccolti da Francesca Ragno

Verso i ricorsi contro le nuove Giunte senza donne